Storia del bene
F.G., affiliato alla ‘ndrangheta almeno dal 1990, è stato capo della società maggiore della locale di San Giusto con la dote di “padrino”, conferitagli nel 2008. Il Tribunale di Torino lo ha condannato per il reato di associazione mafiosa in quanto capo organizzatore: prendeva decisioni, pianificava, impartiva direttive agli associati, partecipava ai riti di affiliazione, curava i rapporti con l’esterno e risolveva i contrasti interni alla locale di appartenenza.
Nel 2015 la Corte di Cassazione conferma la pena a 8 anni di reclusione.
I redditi dichiarati da F.G. nel periodo tra il 1992 e il 2009 risultano estremamente bassi (circa 40mila euro in 10 anni), ma dalle indagini della DIA emerge una sproporzione considerevole (quasi 350mila euro).
Alla luce di questi fatti, nel 2015 la Procura della Repubblica di Torino ha disposto la confisca definitiva tramite procedimento penale di diversi beni, tra cui quattro immobili in Via Cappo 22.
Tipologia e descrizione
I beni costituiscono una cascina lineare su due piani (260mq complessivi). A ciò si aggiungono due lotti di terreno sui due lati della casa, un magazzino sul retro (105mq), una tettoia accatastata (78mq) e una porzione di fabbricato (bene comune non censibile).