Cascina Saetta

Frazione Donna 
Bosco Marengo, 
Alessandria

Storia del Bene

I beni erano intestati a C.C. Nel 2005 Corte d’Appello di Caltanissetta ha disposto la confisca definitiva del bene.

C.R., marito di C.C. fu condannato con sentenza deliberata dalla Corte di Assise di Appello di Genova nel 1997 per i reati di associazione per delinquere finalizzata al  traffico di sostanze stupefacenti  e spaccio continuato di ingenti quantità di stupefacenti.

All’epoca, per un periodo accertato che va dal 1989 al 1993, C.R. risultò “organicamente inserito in un’associazione dedita allo spaccio dell’eroina, operante sulla piazza di Genova e costituente emanazione di Cosa Nostra, precisamente della componente gelese del clan M.”.

In quest’organizzazione C.R. “si era progressivamente inserito” crescendo di ruolo: “da mero spacciatore ad addetto ai regolamenti finanziari tra le parti”. In questo contesto “aveva tenuto stretti rapporti con il gruppo di mafiosi gelesi trapiantati a Genova, prestandosi a fungere da tramite tra i medesimi ed a mettere a disposizione dei latitanti  appartamenti e a ricoverare latitanti o armi in appartamenti ed immobili dallo stesso acquistati (come la cascina di Bosco Marengo) o altrimenti presi in affitto”.

Dichiarazioni rese da alcuni collaboranti rispetto all’acquisto di immobili grazie al traffico di stupefacenti vennero giudicate attendibili.

Secondo le indagini portate avanti dalla D.I.A. di Genova la circostanza per cui “le acquisizioni immobiliari siano avvenute solamente tra il 1987 ed il 1992, e cioè in un arco di tempo quasi coincidente con quello durante il quale, secondo la sentenza di condanna, C. R. era dedito al traffico delle sostanze stupefacenti, costituisce quanto meno, grave motivo di sospetto circa l’impiego di capitali di provenienza illecita nell’acquisto degli immobili dei quali si chiede la confisca”. Questo sospetto si accentua nel momento in cui si considera che “i redditi di origine lecita dei quali C. R… [poteva] disporre in quel periodo non erano tali da giustificare i detti investimenti”.

Vi era di fatto una sostanziale sproporzione tra i redditi dichiarati e il tenore di vita sostenuto, manifestazione visibile di questa sproporzione è data dalla cifra onerosa di £ 97.000.000, ricollegabile a questi acquisti nell’arco di circa cinque anni.

Nel 2004 la Corte di Assise di appello del Tribunale di Caltanissetta pronunciava l’ordinanza di sequestro per una serie di beni tra Genova e Bosco Marengo, beni non acquistati direttamente da R.C., ma di fatto rientranti nella sua disponibilità.

Nel 2005 il Tribunale di Caltanissetta ordinò la confisca dei beni precedentemente posti sotto sequestro.

Furono raccolti innumerevoli indizi “circa l’impiego di capitali di provenienza illecita nell’acquisto degli immobili dei quali si chiese la confisca”. Tali acquisti risultarono frutto dell’attività di C.R. legata al narcotraffico.

Tipologia e Descrizione

I beni sono due unità immobiliari classificati come tensostrutture, con un terreno annesso e scoperto di 14 mq.

Riutilizzo

I beni sono stati destinati e trasferiti al patrimonio indisponibile del Comune di Bosco Marengo per scopi sociali nel 2010. Successivamente passò in gestione all’Associazione Parsifal per la coltivazione/allevamento attraverso la tecnologia Acquaponica.

In data 18/01/2012 è stata stipulata una convenzione tra il comune (committente) e l’associazione Senape per la realizzazione degli interventi di riqualificazione del Cespite. Per il bene, denominato cascina Saetta, era stato elaborato un progetto con Senape (una cooperativa sociale di tipo B di Casale Monferrato), che prevedeva, secondo un primo accordo stipulato nel 2010, la creazione di una attività in parte produttiva, con l’installazione di incubatoi per la riproduzione di quaglie da uova. L’attività di allevamento vera e propria sarebbe stata invece realizzata dai detenuti della casa di reclusione di San Michele ad Alessandria. Una parte dell’immobile avrebbe invece avuto una connotazione spiccatamente sociale, con la creazione di uno spazio dedicato alla didattica, a fruizione pubblica e a disposizione degli abitanti della borgata. A settembre 2010 l’approvazione del progetto e il decreto di assegnazione da parte dell’Agenzia per i beni Confiscati. A causa però della situazione strutturale del bene, il progetto viene rimandato, tanto da dover rivedere il progetto tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012Nel gennaio 2013 è stato siglato un accordo (un comodato d’uso per 99 anni) tra Senape e Comune di Bosco Marengo, nonostante lo stato di conservazione sempre più critico.

I tecnici strutturisti contattati però comunicano che bisogna demolire il bene e pensare al massimo ad una struttura prefabbricata.

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