Votare è un dovere civico. Un contributo di Pierpaolo Romani

Mancano poche ore all’apertura dei seggi: gli italiani sono chiamati ad eleggere tanti amministratori locali e regionali e 76 deputati per l’Europarlamento. Gli appelli al voto si stanno moltiplicando, ma il risultato più temuto è che il primo partito possa essere quello dell’astensionismo. È necessario comprendere il valore dell’esercizio di un diritto e dovere democratico fondamentale. 

Secondo autorevoli politologi e sondaggisti, la probabilità che si rechi alle urne meno del 50% degli aventi diritto è un’ipotesi fondata. Non andare a votare è un diritto ma, per la nostra Costituzione, il voto è prima di tutto un dovere civico ed esso deve essere personale, libero e segreto. Per avere la possibilità di votare in libertà e coscienza tante persone, nel passato, hanno lottato contro le dittature e le mafie perdendo la loro vita. Non si può far cadere nell’oblio questo fatto storico.

La sfiducia e l’egoismo

L’aumento dell’astensionismo ha molteplici cause. Molte persone, tra cui anche una quota significativa di giovani, non ha più fiducia nella politica, nella sua capacità di intercettare i bisogni della gente e di proporre delle soluzioni concrete in tempi ragionevoli. Le parole “visione” e “futuro” sono sostanzialmente scomparse, per lasciare spazio ai sondaggi di giornata.

La politica, complice il ripresentarsi di scandali e ruberie, per molti è percepita come una cosa brutta da cui stare distanti. I partiti, quelli di massa, capaci di stimolare e coltivare la partecipazione sociale, non esistono più, sostituiti dai “partiti del leader”, in cui il merito e la competenza sono stati sostanzialmente surclassati dalla logica della cooptazione e della cieca obbedienza al capo.

Populismi, sovranismi e nazionalismi hanno incattivito – come ricorda Avviso Pubblico, nel suo rapporto annuale ogni 28 ore un amministratore locale viene minacciato e intimidito – ed hanno spinto molti cittadini a pensare di percorrere pericolose scorciatoie, intese come strade meno complesse della politica, per soddisfare esclusivamente esigenze e bisogni personali. L’egoismo ha intaccato pesantemente il senso di solidarietà.

Il valore economico del voto

Fare politica costa molta fatica e impegno, richiede non solo tante energie psico-fisiche, ma anche risorse economiche che, anche a causa della frettolosa abolizione del finanziamento pubblico dei partiti generato da un uso distorto di uno strumento importante, si fa sempre più fatica a reperire. Il rischio, come viene evidenziato pure da recenti inchieste giudiziarie e da autorevoli studi, è che le donazioni fatte da privati a fondazioni collegate a singoli politici, siano in realtà delle tangenti mascherate, finalizzate al perseguimento di interessi particolari anziché generali.

In alcuni territori del nostro paese, con la presenza di una radicata mentalità, cui si unisce un sensibile aumento della povertà e delle disuguaglianze, il voto viene comprato e venduto per poche decine di euro e le mafie svolgono la loro storica attività di mediazione: procurano consenso ai candidati in cambio della possibilità di fare affari – vedi le ingenti risorse e gli appalti collegati al PNRR – e di garantirsi l’impunità. In altre situazioni, esiste una logica per cui la politica non è servizio per il bene comune, ma ricerca della vittoria e del potere a qualsiasi costo.

Per cui nelle liste trovano spazio persone che, seppur discutibili anche a livello pubblico, sono tollerate perché portano in dotazione pacchetti di voti che fanno la differenza. Qui gli ideali cedono il passo al cinismo più bieco, che può sconfinare anche nell’illegalità e nella criminalità. 

Undici punti per recuperare il senso di un impegno

La politica è una cosa seria ed importante. Per questo Avviso Pubblico e Libera hanno lanciato un appello alle candidate e ai candidati alle prossime elezioni. Secondo le due associazioni, “​perseguire l’interesse generale, il bene della comunità e la promozione dei diritti e dei doveri di cittadinanza di ciascuna/o è il faro che in una democrazia deve guidare l’agire politico.  Chi si candida a ricoprire un ruolo politico, a livello locale ed europeo, deve essere non solo una persona di specchiata onestà, ma anche una persona competente e responsabile”. Sono undici gli impegni concreti che vengono chiesti a chi si candida a livello locale ed europeo.

Tra questi: quello di inserire la lotta alle mafie e alla corruzione tra i punti principali del programma elettorale e organizzare iniziative pubbliche sul tema; di rendere trasparente le fonti di finanziamento e l’impiego dei fondi durante la campagna elettorale; di proporre la redazione e l’approvazione di un codice di autoregolamentazione dei consiglieri comunali e regionali e dei parlamentari europei, in materia di legalità e trasparenza; di impegnarsi per promuovere e sostenere, anche finanziariamente, progetti formativi per i pubblici dipendenti, per studenti e studentesse; di favorire l’accesso agli atti e a promuovere l’utilizzo di strumenti e linguaggi che consentano ai/alle cittadini/e di poter conoscere e comprendere con facilità i contenuti e le motivazioni delle scelte politico-amministrative assunte; di istituire assessorati alla legalità e alla trasparenza; di costituire parte civile i propri Comuni nei processi; di utilizzare per fini sociali e istituzionali i beni confiscati a mafiosi e corrotti.

A livello europeo, l’appello di Avviso Pubblico e Libera chiede a chi si candida di adoperarsi per istituire una commissione parlamentare che si occupi di prevenzione e contrasto alla corruzione e alla criminalità organizzata; di impegnarsi a creare una rete europea di amministratori pubblici impegnati nella lotta alle mafie e alla corruzione e un Forum della società civile.

Una democrazia forte ha bisogno di politici all’altezza delle sfide attuali – locali, nazionali e internazionali – nonché di cittadini attenti, consapevoli e partecipi. Nessuno si salva da solo.

*coordinatore nazionale di Avviso Pubblico