Quante sono le camorre che trapuntano la Campania ma anche l’intero Stivale? E perché non si può parlare di una sola organizzazione criminale? Domande a cui proveremo a rispondere, partendo dal principio che le oltre cento-ottanta bande di camorra che si contendono affari e territori, raccontano un fenomeno molto complesso e pervasivo.
In questa nuova puntata di #Contagiamocidicultura andremo alla scoperta di come «la camorra, considerata fino a pochi anni fa una semplice forma di banditismo urbano, è oggi la criminalità mafiosa più in ebollizione per l’alta conflittualità interna e per le sue capacità di espansione nell’economia legale».
Ad accompagnarci in questo viaggio è Isaia Sales, storico delle mafie e giornalista, autore di “Storia delle camorre: passato e presente” (Rubbettino Editore, 2023). La camorra, scrive Sales, è nata ancora prima della mafia siciliana, tanto che per tutto l’Ottocento si definiva “camorra palermitana” l’organizzazione criminale siciliana, e fino alla metà del Novecento “camorra calabrese” la ‘ndrangheta.
«La caratteristica della camorra – spiega l’autore – è essere da un lato una mafia, perché dura da così tanto tempo e ha una sua riproducibilità, e al tempo stesso essere un’organizzazione fluida, a rete, senza una cupola, senza un coordinamento tra i vari clan. Ed è proprio questa fluidità della camorra a renderla diversa dalle altre due organizzazioni. Ma al tempo stesso la rende così forte».
Tanto forte che la rete camorristica sviluppa un giro d’affari stimato in circa tre miliardi e settecento milioni di euro l’anno. Una cifra abnorne, cha la pone ai vertici delle organizzazioni criminali italiane. Un gruppo diffuso e pervasivo che si può annoverare come prima mafia urbana nata in Occidente. Nessuno aveva previsto che la camorra avrebbe scalzato Cosa nostra dal trono di mafia principale. Eppure la scalata c’è stata e Isaia Sales nel suo libro ci spiega i motivi di questo lungo e inarrestabile primato storico.