L’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia ha pubblicato, con la newsletter 1/2024, i dati relativi alle Segnalazioni di Operazioni Sospette (SOS) nel secondo semestre 2023 (qui l’allegato statistico).
In particolare, nel periodo Luglio-Dicembre 2023 si contano 72.811 segnalazioni di operazioni sospette da parte dei vari soggetti segnalanti (in calo del 10,4% rispetto al corrispondente periodo del 2022): il quadro d’insieme del 2023 ammonta a 150.418 SOS (circa 5.000 in meno rispetto alla rilevazione sull’intero anno precedente, -3,2%).
Tale flessione si spiega, anzitutto, con il calo relativo ad alcune tipologie di segnalanti. Banche e Poste, che rappresentano il 55% del totale delle segnalazioni, hanno diminuito il loro apporto segnaletico rispetto al corrispondente periodo del 2022 del 12,7%; IMEL (Istituti di moneta elettronica) e IP (Istituti di pagamento) sono calate, rispettivamente, del 25% e del 15%.
Scendendo nel dettaglio delle ragioni della flessione si nota che, soprattutto per alcune categorie, vi è stato, nel semestre in esame, un calo delle segnalazioni di rating medio-basso (il rating è la misura indicativa del rischio attribuito dalla UIF): per Banche e Poste, ad esempio, l’incidenza delle segnalazioni di rating basso e medio basso è calata dal 30,4% del secondo semestre 2022 al 25,9% del secondo semestre 2023 (a fronte di un aumento percentuale di quelle di rating più elevato); per gli altri intermediari e operatori finanziari si è passati dal 27,7% al 18,5% di segnalazioni con rating basso e medio-basso.
La flessione concerne anche i territori: solo Emilia-Romagna, Umbria e Basilicata aumentano, di poco, i loro numeri.
Nel dettaglio delle performance regionali, spicca la Lombardia con 27.462 SOS nel 2023 (-0,68% sul 2022, con la provincia di Milano che, da sola, arriva a 15.282 SOS, in lieve crescita sull’anno precedente) seguita da Campania e Lazio che sfiorano, entrambe, le 16.000 SOS annue e fanno registrare, però, un calo più marcato sul 2022 (rispettivamente -13,1% e -17,5%).
Si attestano, invece, su valori compresi tra le 8.000 e le 10.000 SOS: il Veneto (10.673 SOS; -6,68%), l’Emilia-Romagna (9.834 SOS; +3,77%), il Piemonte (8.731 SOS; -3%), la Sicilia (8.672 SOS; -2,95%) e la Toscana (8.647 SOS; -3,61%). Più staccate Puglia (6.356 SOS; -21,67%) e Calabria (3.934 SOS; -4,63%).
Le flessioni territoriali più importanti nell’arco degli ultimi dodici mesi concernono, dunque, Puglia, Lazio e Campania.
Tra le Regioni con meno SOS risultano: la Val d’Aosta (274 SOS; -16,2%), il Molise (410 SOS; -32%), la Basilicata (993 SOS; +10,3%) e l’Umbria (1.335 SOS; -1,4%).
Va segnalato, inoltre, il quasi raddoppio, nell’arco di un anno, delle segnalazioni relative all’online, che tengono conto di tutte quelle operazioni per cui non è possibile individuare un luogo fisico di esecuzione perché effettuate online, trasmesse prevalentemente da IMEL, prestatori di servizi di gioco e operatori in valuta virtuale.
Crescono, ma in modo complessivamente più contenuto, i Notai e il Consiglio Nazionale del Notariato (+41,3%, arrivando a poco più di 4.000 segnalazioni nel semestre in esame), i prestatori di servizi di gioco (+31,4%, con 5.768 segnalazioni) e gli uffici della Pubblica amministrazione (+136,4%); questi ultimi, tuttavia, con dati assoluti molto ridotti (260 segnalazioni, a fronte di 110 del secondo semestre 2022).
Infine, l’importo complessivo delle segnalazioni del secondo semestre 2023 resta sostanzialmente stabile rispetto alle precedenti rilevazioni (51,5 miliardi di euro, in lieve aumento rispetto ai 51,3 miliardi del secondo semestre 2022).