L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha presentato e pubblicato la Relazione annuale sull’attività svolta nel 2023.

Qui è possibile leggere il testo della Relazione e della presentazione.

Di seguito una sintesi di alcuni degli aspetti principali.

La dimensione internazionale. Un punto centrale, sottolineato nella relazione e nella presentazione, è quello dei rapporti, degli accordi e dei protocolli internazionali in tema anticorruzione. È stato sottolineato, in primo luogo, che secondo il rapporto 2023 sulle attività della Procura europea (EPPO), l’Italia risulta il Paese con il valore più alto in termini di danni finanziari al bilancio dell’Ue stimati a seguito di frodi e malversazioni, anche riconducibili alla criminalità organizzata. In questo contesto si situa, dunque, la dimensione transfrontaliera anticorruzione, anche nell’ambito delle attività del Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d’Europa.

La proposta di Direttiva 234/2023. Tra i prossimi step, viene valutata positivamente la proposta di Direttiva del maggio 2023 sul tema dell’anticorruzione, che istituirebbe un modello di prevenzione in linea col paradigma italiano.

Il nuovo Codice Appalti. Nella Relazione si sottolinea la novità del nuovo Codice dei Contratti pubblici, entrato in vigore nel 2023. L’Anac rileva di aver richiamato l’attenzione del legislatore nazionale sull’esigenza di coniugare l’obiettivo della celerità con il necessario rispetto della legalità. Tra gli aspetti critici, quello dell’innalzamento delle soglie massime per l’affidamento diretto dei contratti pubblici e per il ricorso alla procedura negoziata senza bando, quello dell’innalzamento a 500.000 euro dell’obbligo di qualificazione, oltre alla necessità di non depotenziare la disciplina in materia di conflitto di interessi. Tra gli aspetti positivi, la scelta della digitalizzazione dell’intero ciclo di vita del contratto, da cui secondo Anac “è lecito attendersi effetti benefici sia in termini di trasparenza e prevenzione della corruzione”. Rientra, inoltre, tra le priorità anche il tema della qualificazione delle stazioni appaltanti (sono 4.353 i soggetti qualificati, secondo i dati aggiornati al 30 aprile 2024).

La digitalizzazione. L’obiettivo della digitalizzazione è quello di arrivare a gestire tutte le fasi del procedimento di acquisto in modalità telematica e in regime di interoperabilità fra piattaforme certificate. Nella relazione sono, dunque, indicate tutte le delibere emesse dall’Anac in questo senso. Tra le infrastrutture digitali necessarie, la revisione riguarda:

  • l’istituzione della Piattaforma Unica della Trasparenza, in corso di realizzazione;
  • la trasformazione del Fascicolo Virtuale dell’Operatore Economico-FVOE (definito da Anac quale repository dove raccogliere documenti utili per la partecipazione alle procedure e per la verifica dei requisiti degli operatori economici);
  • l’adeguamento della Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici-BDNCP alle disposizioni del nuovo Codice: la BDNCP è cruciale perché interagisce, da un lato, con le piattaforme di approvvigionamento utilizzate dalle stazioni appaltanti e dagli enti per la gestione del ciclo di vita dei contratti e, dall’altro, con le banche dati pubbliche che detengono le informazioni necessarie alle stazioni appaltanti ai fini dei controlli sui requisiti di partecipazione; essa determina così anche una semplificazione degli obblighi di pubblicità e trasparenza a carico delle stazioni appaltanti e degli enti concedenti.

Il PNRR. In tema di PNRR vengono forniti alcuni dati interessanti, in particolare rispetto alla sua funzione di impulso ai contratti pubblici: nel 2023 è stato registrato un valore complessivo degli appalti avviati di importo pari o superiore a 40.000 euro che si attesta attorno ai 283,4 miliardi di euro (+36,4% sul 2021, e +65,9% sul 2019). Tuttavia il tema che ora si apre è quello relativo alla spesa, a fronte di una situazione attuale definita “preoccupante” per il livello di spesa effettiva conseguita.

L’aggiornamento del Piano Nazionale Anticorruzione. Nella Relazione si ricorda che è stato necessario procedere con l’aggiornamento, nel 2023, del Piano Nazionale Anticorruzione, adeguandolo rispetto alle nuove indicazioni del Codice dei contratti pubblici.

Il whistleblowing. Anac ha ricordato le nuove Linee Guida in materia (vd. delibera n. 311 del 12 luglio 2023) in cui si è dato conto dei principali cambiamenti intervenuti con riferimento all’ambito soggettivo di applicazione (vd. d.lgs. 24/2023), focalizzandosi sul canale esterno di segnalazione, sul ruolo di ANAC nella gestione delle segnalazioni e sul regime transitorio.

La disciplina dei portatori di interessi. Viene ricordato che in Italia ancora è assente una disciplina organica sulle lobby che garantisca piena trasparenza sull’attività dei portatori di interessi.