Premessa. Il Presidente dell’ANAC (Autorità nazionale anticorruzione) è stato ascoltato il 5 aprile 2016 dalla Commissione Trasporti della Camera nel quadro delle audizioni riguardanti le problematiche delle concessioni e subconcessioni aeroportuali. Qui di seguito sono sintetizzati gli aspetti principali dell’audizione, sulla base del resoconto stenografico, cui è allegata una dettagliata relazione.

Le procedure seguite da Aeroporti di Roma. Il dott. Cantone ha riferito di una specifica iniziativa pilota messa in atto dall’Autorità con riferimento al caso di Aeroporti di Roma, che è sicuramente la struttura più rilevante nel nostro Paese, al fine di verificare quali siano le norme applicabili per le subconcessioni rilasciate dal concessionario nel caso dell’attività non aviation, cioè quella riguardante gli esercizi commerciali, di ristorazione e le attività che si svolgono all’interno dell’aeroporto (l’attività aviation è invece regolata dal Codice della navigazione). L’Autorità ritiene pienamente applicabile a tale comparto il Codice dei contratti pubblici (e quindi  è necessario mettere a gara le subconcessioni), trattandosi di una concessione di pubblico servizio. mentre attualmente la società ADR Aeroporti di Roma – supportata anche da un orientamento manifestato dal Consiglio di Stato – svolge tale attività con una logica sostanzialmente privatistica. E questo a prescindere da ogni valutazione in merito alla congruità dei canoni attuali.

La possibile estensione anche ad altre realtà aeroportuali. Il dott. Cantone sottolinea che, sulla base dell’esito dell’attività istruttoria effettuata dall’Anac – e delle determinazioni che saranno assunte dalla stessa Commissione Trasporti ovvero in altra sede parlamentare – analoga iniziativa potrà essere avviata anche nei confronti degli aeroporti italiani con un traffico elevato, per i quali ovviamente si registra un interesse maggiore ad una corretta applicazione delle procedure.

Tale attività si inserisce d’altronde in un filone di indagine volto ad approfondire gli ambiti di competenza dell’Autorità – ed eventualmente fornire al legislatore possibili indicazioni al riguardo – sempre al fine di assicurare la gestione corretta dei fondi pubblici in quelle aree “grigie” nelle quali non risulta oggi applicato il codice dei contratti.