La Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico ha audito, nella seduta del 4 novembre 2021, il sottosegretario al Ministero dell’Economia e Finanze con delega ai Giochi, Federico Freni (qui il video dell’audizione).
L’audizione è stata l’occasione per un confronto su vari temi: dalla questione del gioco illegale, definito come vero e proprio cancro da estirpare, alla legge delega sul riassetto del settore del gioco, come collegato alla legge di bilancio, fino al tema delle proroghe delle concessioni agli operatori.
Asse portante dell’indirizzo espresso in vista del programma di riassetto è la considerazione che siano presenti vari interessi da tutelare congiuntamente:
1) quello degli operatori del settore del gioco, a cui va fornita una regolamentazione omogenea su tutto il territorio;
2) quello dei giocatori, da tutelare rispetto ai rischi della dipendenza da gioco d’azzardo;
3) quello dell’erario, per garantire anche in futuro un flusso di entrate analogo a quello odierno.
Rispetto a queste tre direttrici, attualmente si registra una crescita per quel che concerne il gettito erariale: un dato che, secondo le parole del sottosegretario, più che indicare lo stato di salute del comparto, esprime una propensione crescente al gioco. Contemporaneamente, come indicato anche in un report del Centro Studi Luiss del Luglio 2021, si è assistito nel corso della pandemia ad un aumento tendenziale del fenomeno del gioco illegale nel nostro Paese, pur continuando ad avere in Italia, anche grazie agli strumenti molto evoluti di ADM, l’incidenza di gioco illegale più bassa a livello europeo.
In questo quadro, il Ministero dell’Economia e delle Finanze sta lavorando alla definizione della legge delega sul riassetto del gioco, come collegato alla legge di bilancio, da portare in Consiglio dei Ministri e in Parlamento entro questo mese. L’obiettivo di fondo è quello di mettere fine alla differenziazione normativa tra singole Regioni e singoli Comuni (con leggi regionali che, si è ricordato, oggi sono anche radicalmente diverse tra loro; con distanziometri diversi tra i vari Comuni, ecc), individuando una regolazione omogenea a livello nazionale che dia certezze e stabilità agli operatori del gioco, nell’ottica di fornire una cornice stabile nazionale agli interventi di Comuni e Regioni (i cui poteri non verranno eliminati).
Sarà necessario, secondo il sottosegretario, individuare una quadra anche in sede di Conferenza Unificata Stato Regioni, rispetto alla quale l’Intesa del 2017 costituisce un punto di partenza per il confronto che partirà sul tema. Fino alla definizione del nuovo assetto regolatorio si continuerà con il sistema delle proroghe delle concessioni (annuali o biennali), con l’orizzonte, dopo l’approvazione della legge delega di riassetto del sistema del gioco, di bandire le gare per le concessioni, ciò che garantisce l’aggiudicazione a condizioni di mercato.
Sul tema dei rischi della salute per i cittadini, una parte della discussione si è concentrata sulla differenziazione tra le diverse forme di gioco: si terrà conto, anche in sede di proroga, di quelli a maggior contenuto di socialità (es. sale bingo), che sono anche quelli più colpiti dalle chiusure Covid e a maggior impatto occupazionale. In ogni caso, secondo alcune statistiche citate dal sottosegretario, anche sul versante della ludopatia il vero problema risiede nel gioco illegale: se si riuscisse ad eliminare completamente questi canali si assisterebbe ad una drastica riduzione (fino all’80%) dei disturbi da gioco.
(a cura di Marco De Pasquale, Master APC dell’Università di Pisa)