Premessa. La Commissione di inchiesta antimafia, nell’ambito delle audizioni con diversi membri del Governo, ha infine ascoltato il 6 dicembre 2017 il Presidente del Consiglio. Qui di seguito sono sintetizzati i contenuti principali dell’audizione
Il quadro di riferimento attuale. Nel corso degli ultimi anni sono stati conseguiti risultati molto importanti nel contrasto della criminalità organizzata sia sul piano della repressione che della prevenzione. Vengono ricordate a tale scopo le numerose inchieste giudiziarie, con l’arresto di 1.574 persone appartenenti ai diversi gruppi criminali e la cattura di 42 latitanti di particolare rilievo (tra cui Giuseppe Giorgi e Rocco Morabito); l’adozione di misure di prevenzione patrimoniale (8.199 beni sequestrati, per un valore di 2 miliardi di euro e 4.599 beni confiscati, per un valore di 1,5 miliardi di euro); lo scioglimento di molti consigli comunali per infiltrazioni mafiose (22 da parte del governo Gentiloni); l’attività di prevenzione antimafia svolta dalle prefetture (337 comunicazioni antimafia interdittive e 261 informazioni antimafia interdittive emesse nel corso del 2017).
Tale imponente attività da parte di magistratura e forze dell’ordine, se ha inflitto pesanti colpi ai diversi gruppi criminali e alle loro leadership – in particolare Cosa nostra – non ne ha però scalfito la capacità operativa, con particolare riguardo alla ‘ndrangheta, che continua a ricavare ingenti profitti dal narcotraffico, che vengono poi reinvestiti, in Italia e all’estero, attraverso un’opera di penetrazione nel tessuto istituzionale ed economico. Il Presidente del consiglio sottolinea a tale riguardo la costante ricerca di nuove modalità per aggirare i controlli di legalità (certificazioni antimafia, protocolli di legalità etc) e gli obblighi posti dalla normativa antiriciclaggio, grazie anche ad evoluti strumenti di tecnofinanza. Si registra in particolare una forte espansione verso i settori della grande distribuzione e dell’edilizia: “La contropartita per i servizi offerti è sempre la stessa, appalti e relazioni. In questo modo i gruppi mafiosi sono divenuti dei veri e propri prestatori di servizi, a vantaggio dei comitati d’affari”.
Le prospettive di intervento. Il Presidente del consiglio sottolinea l’importanza dei provvedimenti legislativi adottati in questa legislatura, a partire dalla riforma del codice antimafia. Resta però essenziale, considerando le strette relazioni tra le organizzazioni mafiose italiane e quelle estere, una collaborazione sempre maggiore a livello internazionale e soprattutto tra i Paesi europei, da realizzare anche attraverso l’adeguamento della normativa comunitaria. Vengono fornite informazioni sulle trattative in corso riguardanti il trattato di cooperazione giudiziaria e di estradizione con gli Emirati Arabi Uniti e l’attuazione della Convenzione di Palermo del 2000.
Il premier auspica infine l’adeguamento della disciplina riguardante lo scioglimento dei comuni per mafia, al fine di potenziare l’efficacia dell’azione delle gestioni straordinarie e favorire il ripristino della legalità (specie negli enti locali di maggiori dimensioni), e l’approvazione entro la fine della legislatura della proposta di legge sui testimoni di giustizia.