Premessa. La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali anche straniere si è recata lo scorso mese di febbraio a Lecce, per realizzare un approfondimento sulla situazione della criminalità organizzata nelle diverse aree del territorio pugliese. Durante la missione ha audito il 18 febbraio 2016 il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, facendo seguito ad una richiesta arrivata dallo stesso Presidente con lettera del 3 febbraio.
La provincia di Foggia e il caporalato. Il Presidente sottolinea la “difficoltà degli organi investigativi a penetrare un livello di omertà e anche di efficienza delle strutture della criminalità organizzata” nella provincia di Foggia, ritenendo al contrario che nel resto della regione vi siano stati significativi successi nell’azione di contrasto (giudica in particolare assai efficace l’attività investigativa svolta negli anni dal distretto di Corte d’Appello di Bari). La provincia di Foggia è teatro di numerosi fatti di sangue ed è molto diffuso il fenomeno del cosiddetto caporalato, il sistema di reclutamento e sfruttamento della manodopera rappresentata da immigrati. Il Presidente riferisce in particolare della situazione nel cosiddetto “ghetto di Rignano”, situato nel territorio del Comune di San Severo. “Si tratta di un luogo di proprietà della regione Puglia – spiega Emiliano – che sorge in un’area nella quale da moltissimi anni esiste un campo che arriva a ospitare migliaia di persone nei periodi di punta”. All’interno del campo si sospetta vengano gestite attività legate alla prostituzione, allo spaccio di droga e ad “un racket legato alla gestione della manodopera”. Rignano non è il solo campo in cui si presume avvengano tali traffici. Per ripristinare la legalità a Rignano (e in altre aree simili) e garantire i diritti di tutti coloro che vi lavorano, Emiliano punta sui finanziamenti che permettano di edificare “campi auto-costruiti” allo scopo di “gestire la loro presenza sul nostro territorio a fini di lavoro in maniera legale” e di poter usufruire delle “cure da parte del servizio sanitario regionale e nazionale”. Si dichiara altresì favorevole all’istituzione di una sezione della DIA a Foggia.
La recrudescenza nella città di Bari. Per quanto riguarda la città di Bari, Comune che ha guidato prima di essere eletto alla Regione, si registra una recrudescenza dei fatti di sangue verificatisi in “quartieri che avevamo pensato di aver bonificato in passato dalla criminalità organizzata e dal degrado sociale”. Il Presidente cita come possibile causa dei “sommovimenti” la scarcerazione del boss Savino Parisi.
Il caso Brindisi. Il Presidente definisce il caso Brindisi “particolarmente difficile” perché luogo di nascita della Sacra corona unita. La situazione è caratterizzata dal ritorno ciclico di personaggi già condannati e, nel recente passato, da fenomeni di inquinamento istituzionale. “Si tratta di una città nella quale al contrasto potente, anche di comunità, nei confronti della Sacra corona unita, si sono poi alternati anche fenomeni, forse più gravi, di inquinamento e di infiltrazione delle istituzioni, non solo politiche, ma anche di natura diversa”.
Emiliano fa cenno al recente arresto (febbraio 2016) del sindaco di Brindisi Cosimo Consales, accusato di corruzione, concussione e truffa in un’inchiesta su presunte tangenti legate al ciclo dei rifiuti. Il Presidente dichiara che, in qualità di commissario del ciclo dei rifiuti dell’OGA (Organo di Governo d’Ambito) ha emanato un’ordinanza per ”imporre al sindaco di Brindisi di rescindere il contratto con l’azienda Nubile, della quale era amministratore delegato uno degli arrestati in concorso con il sindaco, tale Luca Screti, il quale, salvo errori e omissioni, dovrebbe essere parente stretto del tesoriere della Sacra corona unita, Antonio Screti”. Emiliano fa ancora riferimento al caso di parentele ‘sospette’ quando cita l’Assessore all’Urbanistica Salvatore Luperti, figlio di Antonio Luperti, capomafia della SCU. Viene fatto notare che Luperti non possedeva competenze specifiche (“è un analista di laboratorio che lavora in una fabbrica chimica”) per poter svolgere il ruolo di Assessore. Il Presidente cita i contrasti tra Luperti e il tecnico incaricato alla redazione del piano regolatore, che a seguito di questa visione contrapposta verrà sostituito dall’amministrazione di Brindisi. Il segretario regionale del Partito Democratico, dichiara Emiliano, aveva “richiesto al sindaco Consales le dimissioni di entrambi gli assessori, sia quello all’urbanistica, sia quello all’ambiente che si occupava del ciclo dei rifiuti”. Dimissioni che non sono arrivate neanche dopo l’abbandono del segretario cittadino del partito che non aveva votato l’ultimo bilancio della Giunta comunale. Sottolinea che il partito, a seguito di queste resistenze, aveva ritirato la fiducia all’amministrazione “ben prima dell’arresto”. Rimangono le difficoltà nell’attuare una linea rigorosa di contrasto delle infiltrazioni mafiose anche nella selezione della classe dirigente del partito e nella formazione delle liste elettorali.
Il gasdotto TAP e la decarbonizzazione. Ancora in merito alle divergenze con l’amministrazione brindisina, Emiliano fa cenno al gasdotto TAP e allo scontro tra Consales e la Presidenza della Regione sull’approdo finale dell’opera a Brindisi, scelta osteggiata dal sindaco, che indicava come meta alternativa il paese di Melendugno, oltre 50 chilometri più a sud, nella provincia di Lecce. Il Presidente contesta questa visione, sostenendo sia “completamente inutile” allungare il gasdotto e realizzare questa parte di opera “in un’area ad alta densità mafiosa” e che attraverserebbe un territorio “in mezzo a ulivi malati di Xylella”.
“Nella condizione specifica nella quale ci troviamo e nel clima e nel tipo di infiltrazioni che viviamo e che abbiamo vissuto anche dentro l’amministrazione comunale di Brindisi, dal punto di vista politico posso suggerire particolare cautela”. Legata all’opera del gasdotto c’è la proposta di decarbonizzazione tanto di Brindisi (ENEL) che Taranto (ILVA), altro punto di scontro con Consales, che aveva definito la proposta della Giunta Emiliano “una bufala”. “Questa persona – dice il Presidente della Regione in riferimento a Consales – che gestiva con molta disinvoltura le sue relazioni con due rampolli – figli o parenti – di soggetti della Sacra corona unita, era il principale avversario della proposta della regione sulla de carbonizzazione”.
La collaborazione tra tutte le istituzioni. Emiliano mette in evidenza la cronica carenza degli organici sia della magistratura che della pubblica amministrazione e delle forze di polizia, ciò che ostacola l’azione di ripristino della legalità nel territorio pugliese. Ma si richiede uno sforzo congiunto da parte di tutte le istituzioni – ivi inclusa la Commissione antimafia – anche per indagare a fondo su quei progetti di grande impatto economico che potrebbero nascondere precisi interessi da parte di gruppi criminali.
Per l’analisi della Relazione 2016 della Direzione nazionale antimafia sulla situazione della criminalità organizzata in Puglia clicca qui.
(a cura di Claudio Forleo, giornalista)