La Commissione sulla contraffazione ha ascoltato il Presidente dell’’Autorità garante della concorrenza e del mercato nella seduta del 27 novembre 2014, descrivendo l’azione svolta dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato nella lotta alla contraffazione, ed in particolare tutelando i consumatori contro le pratiche commerciali scorrette.

L’acquirente crede di comprare un bene della ditta X e, invece, si ritrova un bene contraffatto che nel migliore dei casi non corrisponde all’originale e nel peggiore può essere causa di danni per la sua salute. Solo in questo ambito è competente l’Antitrust, non avendo alcun potere di intervento nel caso di acquisti volontari di beni contraffatti. A tal proposito l’Autorità osserva che nel rapporto del Censis 2014 sulle caratteristiche e le dimensioni della contraffazione, si evidenzia come una larga parte di consumatori, soprattutto giovani, acquisti volontariamente beni contraffatti fornendo la motivazione del consistente risparmio sul prezzo rispetto al prodotto originale. Proprio questa costatazione induce a ritenere necessario un intervento in chiave educativa al fine di informare i compratori che un risparmio immediato potrebbe determinare gravi problemi economici su scala nazionale nel lungo periodo.

L’attività dell’Antitrust negli ultimi anni si è concentrata soprattutto sulla vendita di prodotti contraffatti in internet mediante l’irrogazione di sanzioni che possono arrivare a un massimo di cinque milioni di euro in base al fatturato dell’azienda colpita. In particolar modo l’attenzione dell’Autorità – confortata anche dalla giurisprudenza amministrativa – si è soffermata su siti che, dal punto di vista strutturale e grafico, sembravano riconducibili al produttore stesso dei beni originali. Gli interventi sono stati effettuati in seguito a segnalazione dell’INDICAM (l’associazione delle industrie di marca per la lotta alla contraffazione); i provvedimenti adottati hanno colpito circa venti siti che commercializzavano prodotti con marchi Gucci, Prada, Ray Ban, Hoagn, Tod’s, Armani, a primo impatto originali, ma con prezzi da outlet.

L’Antitrust ha adottato provvedimenti anche nei confronti di soggetti che vendevano scarpe contraffatte a marchio NIKE su 33 siti internet. In una operazione analoga la Guardia di finanza ha sequestrato scarpe, anche per bambini, con presenza di cromo esavalente (sostanza cancerogena) in percentuali allarmanti.

Di fronte a casi così eclatanti l’AGCM ha provveduto immediatamente a sospendere la vendita di prodotti dannosi per la salute umana. E’ stata utilizzata anche l’inibitoria nei confronti dei soggetti intermediari tra l’operatore commerciale e gli utenti della rete per bloccare l’accesso al sito soltanto per coloro i quali ne facevano richiesta dal territorio italiano; nella pratica è avvenuto che il consumatore che si collegava al sito veniva “switchato” su un altro che spiegava le ragioni dell’oscuramento: si tratta di uno strumento importante, soprattutto nei confronti dei soggetti che si trovano in altri paesi nei cui confronti l’arma della sanzione pecuniaria risulta spesso inefficace. Ciò non toglie che vadano individuate ulteriori misure atte a contrastare in modo ancor più incisiva il fenomeno della contraffazione.

L’impegno dell’Antitrust negli ultimi due anni è testimoniato dai dati seguenti: nel 2013 sono stati oscurati 165 siti che vendevano prodotti di marca riconducibili a persone fisiche residenti in Cina e in Malesia, con procedimenti già conclusi e relativa irrogazione di sanzione; nel 2014 sono giunti a termine ulteriori procedimenti istruttori con l’oscuramento di altri cinquanta siti.