Premessa. La Commissione di inchiesta sulla contraffazione ha approvato il 2 agosto 2017, al termine di un lungo ciclo di audizioni e di missioni sul territorio, una relazione finale che analizza in dettaglio il ruolo rivestito dalle organizzazioni criminali nell’ambito del fenomeno della contraffazione.
Contesto generale. La Relazione evidenzia la crescita esponenziale della contraffazione (il 2,5 per cento degli scambi mondiali è rappresentato da beni contraffatti) ed il passaggio da una dimensione locale ed artigianale ad una imprenditoriale su scala internazionale, nel quale gioca un ruolo essenziale la criminalità organizzata italiana e straniera, con particolare riferimento alla camorra e alla ‘ndrangheta e alla criminalità cinese (come confermato anche dall’ultima Relazione della Direzione nazionale antimafia e da numerose inchieste giudiziarie). Appare pertanto essenziale non limitarsi a perseguire la fase finale dello smercio dei prodotti ma considerare l’intera filiera di produzione e commercializzazione dei prodotti.
Dal tradizionale settore dell’abbigliamento la contraffazione si è estesa ad un numero sempre più ampio di prodotti con conseguenze negative non solo per la concorrenza, il fatturato delle aziende e le entrate dello Stato, ma anche per la salute dei consumatori (a causa della bassa qualità della materia prima utilizzate), le condizioni di sfruttamento dei lavoratori e i fenomeni di smaltimento illegale dei rifiuti industriali.
Il ruolo della criminalità organizzata. La criminalità organizzata è attratta dagli alti profitti conseguibili, mentre il sistema sanzionatorio è molto carente, anche per le diversità della legislazione nei diversi Paesi e le difficoltà a realizzare controlli capillari sul commercio internazionale. Un settore particolarmente colpito è quello del comparto agroalimentare (a partire dal settore lattiero caseario), nel quale sono evidenti anche i casi di sfruttamento della mano d’’opera (e la nuova legge sul caporalato dovrebbe favorirne il contrasto).
L’azione di contrasto a livello nazionale e internazionale. I risultati positivi nel contrasto degli illeciti nel settore della contraffazione evidenziano la necessità di rafforzare il coordinamento delle forze di polizia (Guardia di finanza, Carabinieri, Polizia postale, Polizie locali) e una sempre maggiore specializzazione del personale, anche al fine di evitare duplicazioni o carenze di intervento: a tale riguardo essenziali appaiono le misure per il controllo del territorio (il decreto legge n. 14 del 2017 promuove la realizzazione di Patti per la sicurezza per contrastare anche la commercializzazione di beni contraffatti). Analogamente, occorre procedere ad una riunificazione delle banche dati esistenti.
La Relazione si sofferma sulla necessità di un maggiore coordinamento a livello internazionale, a partire dalle modalità di effettuazione dei controlli doganali e dal superamento delle limitazioni derivanti dalle giurisdizioni nazionali, proprio in relazione con le dimensioni sovranazionali del fenomeno.
Conclusioni. La Commissione raccomanda l’adozione di misure articolate di contrasto del fenomeno, a livello interno e internazionale, adeguate alle dimensioni assunte dalla contraffazione e al suo carattere transnazionale. In tale contesto essenziale risulta la revisione della disciplina penale, secondo le linee direttive già indicate in passato dalla medesima Commissione di inchiesta.
Discussione in Assemblea. L’Aula di Montecitorio ha discusso la relazione nella seduta del 4 dicembre 2017.
(ultimo aggiornamento 4 dicembre 2017)