La Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico ha audito, nella seduta del 24 marzo 2022, il Professor Marco Spallone, docente di economia degli intermediari finanziari presso l’Università “G: D’Annunzio” di Pescara.
L’audito ha contribuito alla stesura di una relazione su indicazione dell’ufficio parlamentare di bilancio.
Il Professor Spallone ha aperto l’audizione ricordando il titolo di una sua pubblicazione “Il mercato dei giochi in Italia dinamiche recenti e confronto internazionale”, da cui l’audizione stessa ha preso il nome, e sottolineando che alcune delle tendenze individuate all’inizio della ricerca, iniziata prima della pandemia, si sono poi riscontate nel triennio più recente; quindi, nella pubblicazione si trova la verifica concreta di quelle che all’inizio erano quasi delle previsioni.
Prima di arrivare a degli inquadramenti più recenti, il Professore ha voluto dare un quadro teorico sulla visione del mercato del gruppo che si è occupato della stesura della relazione, il quale ha considerato i vari interventi di natura fiscale e organizzativa che si sono succeduti nel tempo.
Dal 2004, quindi, dopo l’esplosione del settore giochi, lo Stato ha dovuto assumere su di sé un compito molto complesso perché tutto ciò che doveva essere attuato dal punto di vista legislativo e organizzativo doveva contemperare una serie di obiettivi molto spesso confliggenti, tra cui le esigenze di natura erariale e soprattutto la necessità di tutelare il cittadino giocatore e la sua salute.
Oltre a questi due importanti compiti, il Legislatore ha dovuto fare i conti con una serie di vincoli importanti, come la legislazione europea o il rispetto della concorrenza sui mercati, di conseguenza gli interventi normativi sono sembrati non organici proprio perché il compito era molto complesso.
Spallone prosegue elencando i tre provvedimenti fiscali più rilevanti presi nei tempi più recenti, ovvero: la decisione di cambiare la base imponibile per alcuni giochi, quindi passare da una base imponibile basata sulla raccolta ad una basata sul margine; la riforma del Superenalotto, con il bisogno di rafforzare i giochi tradizionali e infine, l’incremento dell’imposizione fiscale sugli apparecchi da intrattenimento tipo AWP e Vlt.
Dal punto di vista organizzativo il punto cruciale dell’attività più recente è stato la Conferenza Stato Regioni (accordo del 7 settembre 2017) con il tentativo di regolare il gioco sul territorio.
Sono questi i quattro punti sui quali il Professore con i suoi collaboratori si sono concentrati durante la stesura della relazione.
Passando ai numeri, Spallone inizia con il voler riportare i dati più recenti, considerando quindi il triennio 2019-2021, concentrandosi più sul 2019 come anno pre-pandemia e il 2021 post-pandemia.
Partendo dal totale del mercato viene evidenziato che il livello della raccolta nel 2021 ha raggiunto e superato la raccolta complessiva del 2019, attestandosi a 111 miliardi di euro. A parità di raccolta la spesa dei giocatori è passata da 19 miliardi di euro a 15 miliardi di euro. Questo è un dato fondamentale perché rappresenta il potenziale di mercato, dato il margine lordo che va ripartito tra operatori della filiera e lo Stato. Le entrate erariali dal 2019 hanno subito una flessione di circa 3 miliardi, passando da 10,7 a 7,7 miliardi di euro nel 2021.
Secondo aspetto da affrontare è il rapporto tra il canale offline e quello online. Mentre la quota della raccolta offline è rimasta quasi invariata, quella dell’online è passata dal 33% del 2019 al 61% del 2021. Questo è probabilmente il cambiamento strutturale più importante ed evidente che si è verificato in questo triennio sollecitato dalla presenza della pandemia che ha impedito per molto tempo di giocare presso la rete fisica spingendo i giocatori verso l’online e conseguentemente consolidando questa modalità di gioco nel corso del 2021.
Online prevalentemente si fa il betting, scommesse, giochi di abilità e poker online, mentre le lotterie istantanee e i giochi a totalizzatore nazionale si continua a preferire la rete fisica, salvo alcune eccezioni. La quota delle scommesse online è passata dal 58% del 2019 al 82% del 2021. C’è una contribuzione erariale diversa (18% sulla rete fisica, 22% nell’online), ma nonostante la maggior imposizione fiscale la domanda si è comunque spostata verso il canale online.
La raccolta dei giochi di abilità e poker online è passata da circa 26,3 a 51,4 miliardi euro nel 2021. Quando uno gioca online viene attratto dall’offerta di gioco che trova online. Il fatto di giocare online è stato uno dei motivi per i quali questa tipologia di gioco ha conosciuto una crescita enorme. Si parla di giochi con payout altissimi, che supera il 90%.
Dire che il payout è alto significa dire che sono alte le vincite dei giocatori, questo quindi è anche un incentivo per i giocatori a riprovare a giocare.
Il terzo aspetto considerato dal Professore è quello degli apparecchi da intrattenimento, ovvero della rispettiva raccolta, la quale nel corso dell’ultimo triennio, escludendo il 2020, è diminuita di 46,5 miliardi di euro.
Spallone spiega che le motivazioni sono da rinvenire sicuramente nel riordino dell’offerta. Gli apparecchi da intrattenimento attivi sono diminuiti, come aveva imposto l’accordo Stato-Regioni, questo ha anche comportato una maggiore pressione fiscale.
La pressione fiscale media sulla raccolta nel 2019 era del 14,5%, nel 2021 è diventata del 16,5% questo significa che sui margini lordi la pressione è aumentata molto di più.
Secondo il Professor Spallone la legislazione fiscale ha un impatto sulla dinamica dell’offerta e della domanda, perché la tassazione ha un impatto sul payout, ma bisogna affermare che gioca un ruolo importante anche il tentativo di riorganizzare il settore questo perché è ovvio che la sostituzione degli apparecchi ha un suo senso, ma comporta un investimento che diventa difficile da fare in un periodo in cui la raccolta sta diminuendo.
La cosa che è stata più dannosa è stata l’incertezza sul futuro che riguarda le concessioni sulla rete fisica, in particolare per la differenza di approccio tra Stato e autonomie locali, che giustamente hanno adottato provvedimenti diversi in base alle situazioni nelle singole regioni
Ultimo argomento trattato durante l’audizione è quello del divieto di pubblicità e, in particolare, degli aggiramenti evidenti di tale divieto, che vengono considerati vergognosi; al di là di questo, l’audito tiene a sottolineare che la legislazione sulla pubblicità italiana è diventata la più rigida anche in ambito internazionale. Anche paesi molto restrittivi come la Germania e la Francia, con legislazioni molto restrittive, non raggiungono le stesse restrizioni dell’Italia.
(a cura di Noemi Roszak)