Il 5 Maggio 2022 la Commissione Gioco del Senato ha audito la Dott.ssa Pacifici, Direttore del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto Superiore di Sanità (qui il video).

La Dottoressa ha illustrato i risultati di uno studio, condotto dal Centro nel 2018, relativo alla diffusione della ludopatia nella popolazione adulta e nella popolazione minore (per la quale il gioco è interdetto).

Dallo studio è emerso che il 36,4% della popolazione adulta (dai 18 anni in su) va considerato giocatore d’azzardo (ossia ha giocato almeno una volta nel corso dell’ultimo), mentre tra i minori questa condizione riguarda il 29,2%. In entrambi i campioni vi sono delle differenze legate al genere: gli adulti maschi giocatori sono il 44%, mentre le donne il 30%; tra gli studenti, la consistenza è rispettivamente del 41% e del 17%.

Lo studio insiste, inoltre, sulla profilazione dei soggetti interessati: per gli adulti è emerso un 3% di giocatori problematici e un 2,8% di giocatori a rischio moderato (da considerare come un potenziale serbatoio della prima categoria). Traducendo le percentuali in numeri assoluti, si stima che i giocatori problematici in Italia siano 1,5 milioni, mentre quelli a rischio moderato 1,4 milioni. Per i giovani, le percentuali passano, rispettivamente, al 3% e al 3,5%, con una stima di 69.000 giovani già problematici e di 80.000 a rischio moderato. In entrambi i casi, il fenomeno riguarda in modo più consistente la popolazione maschile.

Viene sottolineato, inoltre, che tra i giocatori problematici è presente una maggiore propensione all’indebitamento (28%, contro il 5% dei giocatori sociali) e che questi sono più sensibili alle pubblicità del gioco d’azzardo: il 30% dei giocatori problematici adulti dichiara di aver giocato dopo aver visto una pubblicità, a fronte del 14,5% dei giocatori sociali; tra i giovani il divario aumenta (34% e 6,4%).

Nel passaggio da giocatori a rischio moderato a problematici, aumenta sia la frequenza di gioco sia il tempo dedicato quotidianamente a questa attività sia il numero di giochi praticati.

Per quanto concerne i canali di gioco, per gli adulti si registra un’assoluta prevalenza del gioco in luogo fisico (94%) rispetto a quello online (5,5%), mentre tra i giovani il gioco online sale al 21%.

Su questo punto, sollecitata dal dibattito in Commissione, la Dott.ssa Pacifici ha anche dato conto dei risultati di uno studio condotto durante il lockdown. Da questo è emerso che c’è stato un aumento de gioco online, ma non si è registrato alcuno spostamento massiccio della popolazione su questa tipologia di gioco. In buona sostanza, ha sintetizzato la Dottoressa, nel momento in cui non si è potuto giocare, la maggior parte delle persone semplicemente non ha giocato.

Questo elemento conferma, secondo l’opinione del Direttore del Centro Dipendenze, un ulteriore dato: se aumenta l’offerta di gioco (anche legale), come è stato nel corso degli ultimi in modo vertiginoso, aumenta anche il numero di giocatori problematici e a rischio moderato. Di conseguenza, minore sarà l’offerta e minore sarà anche la problematicità. In quest’ottica, secondo la dottoressa, tutte le iniziative che riducono l’offerta (sia sul piano quantitativo, sia in termini di numero di ore) sono auspicabili per tutelare la popolazione.

Considerati, inoltre, i meccanismi di dipendenza e di appagamento attivati dal gioco, sono auspicabili anche forme di interruzione del gioco negli apparecchi VLT: le forme (anche subdole) di trattenimento di fronte agli apparecchi da gioco costituiscono, infatti, un elemento di vulnerabilità per le persone.

Per quel che concerne le misure di distanziamento, la Dottoressa ricostruisce la complessità del quadro: l’utilità della misura è variabile perché varia il comportamento dei giocatori. Al nord, ad esempio, dove il fenomeno riguarda più spesso professionisti, imprenditori, ecc, il giocatore tende ad allontanarsi dai luoghi di lavoro e abitazione; al sud, invece, questa tendenza diminuisce. Quel che sicuramente può incidere è, invece, la riduzione dell’offerta di gioco.

La Dott.ssa Pacifici ha poi illustrato il funzionamento e l’importanza di altri strumenti di contrasto alla ludopatia. In particolare:

  • il Telefono Verde nazionale sul gioco, attivo dal 2017, il cui numero è inserito dal 2018 su tutti i Gratta e Vinci; su questo punto, va registrata la richiesta avanzata al legislatore di estendere il suo inserimento su tutte le tipologie di gioco, vista l’utilità dello strumento;
  • la Piattaforma online di mappatura di tutti i centri sul territorio cui i giocatori possono rivolgersi per trovare supporto (ad oggi sono oltre 600 e coinvolgono professionisti di vario tipo che prendono in carico le problematiche dei giocatori).

Infine, un’attenzione particolare deve essere rivolta al fenomeno del gaming che, pur senza vincita in denaro, attiva gli stessi meccanismi dell’azzardo, coinvolge i giovanissimi e vede una certa propensione alla spesa per i cd. acquisti in app (che consentono la prosecuzione del gioco a livelli più elevati).