Premessa. In data 14 giugno 2022 il Senato ha approvato definitivamente il DDL AS 2330-B contenente la delega al Governo in materia di contratti pubblici (Legge 78/2022).
La delega, in particolare, autorizza il Governo ad emanare, nell’arco di sei mesi, uno o più decreti con cui intervenire sulla disciplina dei contratti pubblici. Ciò nell’ottica di un adeguamento alla normativa europea e di semplificazione delle procedure.
Nell’ambito della lotta alla corruzione, inoltre, va sottolineato il rafforzamento delle competenze dell’ANAC.
I punti della delega. Nello specifico, tra i punti salienti della delega, si segnala:
- revisione delle competenze ANAC in materia di contratti pubblici, per rafforzarne le funzioni di vigilanza sul settore e di supporto alle stazioni appaltanti;
- rafforzamento della disciplina in materia di qualificazione delle stazioni appaltanti per la loro riduzione numerica e il loro accorpamento e riorganizzazione, definendo anche le modalità di monitoraggio dell’accorpamento e della riorganizzazione;
- semplificazione della disciplina applicabile ai contratti pubblici di lavori, servizi e forniture di importo inferiore alle soglie di rilevanza europea;
- semplificazione delle procedure finalizzate agli investimenti in tecnologie verdi e digitali, in innovazione e ricerca e in innovazione sociale;
- riduzione e certezza dei tempi relativi alle procedure di gara, alla stipula dei contratti, anche attraverso contratti-tipo predisposti dall’ANAC, e all’esecuzione degli appalti, anche attraverso la digitalizzazione e l’informatizzazione delle procedure e la piena attuazione della Banca dati nazionale dei contratti pubblici;
- semplificazione della normativa primaria in materia di programmazione, localizzazione delle opere pubbliche e dibattito pubblico, al fine di rendere le relative scelte maggiormente rispondenti ai fabbisogni della comunità e più celeri e meno conflittuali le procedure finalizzate al raggiungimento dell’intesa fra i diversi livelli territoriali coinvolti nelle scelte stesse;
- semplificazione delle procedure relative alla fase di approvazione dei progetti relativi a opere pubbliche, anche attraverso la ridefinizione dei livelli di progettazione ai fini di una loro riduzione e lo snellimento delle procedure di verifica e validazione dei progetti;
- semplificazione del sistema di qualificazione generale degli operatori, con criteri di verifica formale e sostanziale delle capacità realizzative, delle competenze tecniche e professionali, dell’adeguatezza dell’attrezzatura tecnica e dell’organico, delle attività effettivamente eseguite e del rispetto della legalità, delle disposizioni relative alla prevenzione antimafia, alla tutela del lavoro e alla prevenzione e al contrasto della discriminazione di genere, anche attraverso l’utilizzo di banche dati a livello centrale;
- individuazione delle ipotesi in cui le stazioni appaltanti possono ricorrere ad automatismi nella valutazione delle offerte e tipizzazione dei casi in cui le stazioni appaltanti possono ricorrere, ai fini dell’aggiudicazione, al solo criterio del prezzo o del costo
- ridefinizione della disciplina delle varianti in corso d’opera, nei limiti previsti dall’ordinamento europeo;
- forte incentivo al ricorso a procedure flessibili, quali il dialogo competitivo, il partenariato per l’innovazione, le procedure per l’affidamento di accordi quadro e le procedure competitive con negoziazione;
- estensione delle forme di partenariato pubblico-privato, con particolare riguardo alle concessioni di servizi, alla finanza di progetto e alla locazione finanziaria di opere pubbliche o di pubblica utilità,
- divieto di proroga dei contratti di concessione, fatti salvi i princìpi europei in materia di affidamento in house,e razionalizzazione della disciplina sul controllo degli investimenti dei concessionari e sullo stato delle opere realizzate.