«“Noi siamo là, viviamo là, abbiamo il passato, il presente e il futuro”. Ecco che cos’è la mafia e come si presenta per voce di un suo emissario a un manager molto importante del Nord Italia intenzionato a realizzare un investimento rilevante in un porto del Mezzogiorno per il quale aveva ottenuto la garanzia di protezione da parte dello Stato. La mafia, in queste parole intercettate dagli inquirenti, mette in mostra i suoi caratteri».
È l’incipit del nuovo libro di Pierpaolo Romani, giornalista e Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, che ha recentemente pubblicato “Mafia e politica locale” per la collana “Storia della criminalità organizzata” della Gazzetta dello Sport. In questa nuova puntata di #contagiamocidicultura proveremo a capire insieme all’autore la natura marcia dei rapporti tra criminalità organizzata e politica.
«Essa è potere, controllo del territorio, condizionamento della vita e dell’economia. È contesa di sovranità allo Stato, protervia, minaccia e violenza che si protraggono nel tempo. Non è mai esistita una mafia buona e una cattiva», prosegue Romani nel libro, tracciando fin dalle prime righe la fisionomia del potere mafioso.
«Ho scritto questo libro per approfondire lo studio e fornire delle informazioni sul rapporto tra mafia e politica, nella convinzione che se non può esserci mafia senza rapporti con la politica, può invece – e anzi, deve – esistere una politica senza mafia», spiega ancora Romani. la cui lunga esperienza in Avviso Pubblico rafforza questa convinzione.
«Le mafie hanno, infatti, bisogno della politica per raggiungere i loro obiettivi: l’arricchimento rapido e impune per dimostrare di essere più forti dello Stato. Racconto e approfondisco questo rapporto le sue dinamiche storiche, i suoi cambiamenti, le sue conseguenze terribili che ha avuto sulla democrazia dei territori, ma anche rispetto alla storia d’Italia. Tuttavia – dice ancora l’autore – vi sono, ieri come oggi, sindaci, assessori, consiglieri comunali e regionali nonché parlamentari che perano con competenza e trasparenza, avendo la Costituzione come faro».
La correttezza della loro azione, le buone pratiche messe in atto, producono una cultura della partecipazione che tiene lontane non solo le mafie, ma anche la corruzione. Tuttavia, nel far rispettare le regole, a volte quegli amministratori incorrono in minacce e intimidazioni. «Ecco perché ho voluto anche raccontare la loro storia di amministratori sotto tiro. Ma anche le vite di tante donne e tanti uomini che hanno sottoscritto i principi della Carta di Avviso Pubblico, ovvero il codice della buona politica che la nostra Associazione ha presentato più di dieci anni fa», conclude Pierpaolo Romani.