Va ad aggiungersi agli altri 500 beni sottratti alla criminalità organizzata in Veneto la villa di San Donà di Piave, sequestrata il 6 maggio dai Carabinieri del Ros e dai Finanzieri del Gico di Venezia, riconducibile ad uno storico componente della Mafia del Brenta. Una confisca importante, che dimostra da un lato la pervasività delle organizzazioni criminali sul territorio veneto, dall’altro la capacità delle Forze dell’ordine di intervenire per ripristinare la legalità. Secondo le indagini la villa risultava acquistata con i proventi del traffico illecito di stupefacenti.
Avviso Pubblico plaude all’operazione della Direzione distrettuale antimafia di Venezia e al lavoro delle Forze di Polizia, cui si deve affiancare la partecipazione civica e l’assunzione di responsabilità della politica, del mondo economico-finanziario, delle libere professioni e del mondo scolastico
“Uno dei principi cardine della lotta alla criminalità organizzata è la confisca ed il riuso dei beni confiscati alle mafie, perché in questo c’è il senso della demolizione del patrimonio e della struttura mafiosa e la ricostruzione della legalità – ha dichiarato Stella Biancoletto, Coordinatrice provinciale di Avviso Pubblico Venezia e Consigliera del Comune del Comune di Noventa di Piave – Non è per nulla semplice eseguire indagini simili e risalire attraverso i prestanome ai reali proprietari dei beni, quindi ringrazio le forze dell’ordine e la magistratura per il lavoro svolto. Come Avviso Pubblico auspichiamo che le istituzioni competenti e le associazioni del territorio possano ridare presto vita al bene e garantirne un riutilizzo sociale”.