Premessa. La legge n. 190 del 2012, recante Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione, è volta a dare attuazione alle Convenzioni internazionali in materia, con particolare riguardo alla Convenzione ONU di Merida del 2003 (ratificata con legge n. 116 del 2009) e alla Convenzione penale sulla corruzione del 1999 (legge n. 110 del 2012). L’Italia delinea così un proprio modello preventivo contraddistinto da numerosi elementi di novità ed essenzialmente fondato su tre “pilastri”: Piani anticorruzione; trasparenza; imparzialità dei funzionari pubblici. Vengono inoltre definiti i compiti dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) e degli altri organi competenti a coordinare le misure di prevenzione e contrasto dell’illegalità e della corruzione.
Citando la legge Severino si pensa spesso ad un’unica normativa; in realtà, si fa con essa riferimento non solo alla sopracitata legge n. 190, ma anche ai tre decreti legislativi che ne costituiscono il naturale completamento: il d.lgs. n. 33 del 2013 (riguardante gli obblighi di pubblicità e trasparenza), il d.lgs. n. 39 del 2013 (sul regime delle inconferibilità e incompatibilità degli incarichi presso le pubbliche amministrazioni) e il d.lgs. n. 235 del 2012 (disciplina delle incandidabilità). Completano il quadro il d.p.r. n. 62 del 2013 (concernente le regole di condotta dei pubblici dipendenti) ed il d.lgs. n. 150 del 2009 (sul ciclo delle performance). Sono di seguito sintetizzati gli aspetti principali della strategia anticorruzione individuata dal nostro ordinamento.
Le competenze dell’Autorità nazionale anticorruzione. Le funzioni dell’Autorità, in seguito anche al decreto legge n. 90 del 2014 (leggi questa scheda) e alla legge n. 229 del 2016 (leggi questa scheda) possono essere così riassunte:
- collaborazione con gli organismi analoghi che operano a livello internazionale;
- definizione del Piano nazionale anticorruzione e vigilanza sull’attuazione della legge da parte delle pubbliche amministrazioni;
- analisi dei fenomeni di corruzione e presentazione di misure per contrastarli, anche attraverso una relazione annuale alle Camere;
- pareri consultivi sulle autorizzazioni allo svolgimento di incarichi esterni da parte dei dirigenti amministrativi;
- alta sorveglianza sulla realizzazione delle opere dell’EXPO 2015 e su alcune tipologie di varianti consentite dal Codice dei contratti pubblici. In seguito alla decisione del Consiglio dei ministri del 27 agosto 2015, i poteri di alta sorveglianza di cui all’art. 30 del decreto legge n. 90 sono stati estesi anche al Piano degli interventi straordinari da adottare in occasione del Giubileo (a tale riguardo l’ANAC ha emanato apposte Linee guida con l’indicazione degli atti sottoposti al controllo e delle procedure da seguire);
- alta sorveglianza sulla realizzazione degli interventi di ricostruzione delle aree colpite dagli eventi sismici del 2016.
I Piani anticorruzione. La legge prevede una complessa attività di pianificazione e controllo, che coinvolge tutti i diversi livelli di governo e che ha come elemento essenziale il Piano nazionale anticorruzione, cui le singole amministrazioni devono uniformarsi, approvando i relativi piani triennali di prevenzione della corruzione. I piani devono individuare le attività a maggior rischio corruzione e gli interventi di formazione e controllo utili a prevenire tale fenomeno. La legge prevede, inoltre, la nomina per ciascun ente di un responsabile delle attività di prevenzione, nonché forme di tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti.
L’elenco dei fornitori. La legge n. 190 del 2012 (art. 1, commi 52 ss.) istituisce presso ogni prefettura dell’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa (c.d. white list) al fine di rendere più efficaci i controlli antimafia nei comparti maggiormente a rischio (noli a caldo, movimentazione terra, trasporto e smaltimento rifiuti etc.): l’iscrizione alla white list equivale a certificazione dell’insussistenza delle cause ostative alla partecipazione alle procedure di affidamento di appalti pubblici ed alla stipula dei relativi contratti (sulla certificazione antimafia leggi questa scheda).
Gli obblighi di trasparenza delle pubbliche amministrazioni e il diritto di accesso. Il Decreto Legislativo n. 33 del 2013 (Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni) è volto ad assicurare la conoscenza da parte del cittadino delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni. In quest’ambito è stato progressivamente ampliato il diritto di accesso agli atti e documenti in possesso delle pubbliche amministrazioni (su questo tema sono disponibili, nella sezione Corruzione del sito di Avviso Pubblico, alcune schede di ricostruzione della normativa e della giurisprudenza).
La disciplina sugli incarichi presso le pubbliche amministrazioni. Il decreto legislativo n. 39 del 2013, recante Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, concerne il conferimento degli incarichi presso le pubbliche amministrazioni e gli enti di diritto privato in controllo pubblico, al fine di evitare interferenze o commistioni tra politica e amministrazione e situazioni di conflitto di interesse; la legge in particolare detta la disciplina su:
– inconferibilità, che comporta la preclusione, permanente o temporanea, a conferire incarichi a coloro che sono stati condannati per reati contro la pubblica amministrazione, oppure provengano da enti di diritto privato regolati o finanziati, ovvero siano stati componenti di organi politici di livello nazionale, regionale e locale; la preclusione si applica anche per gli incarichi di direzione delle aziende sanitarie locali;
– incompatibilità, che determina l’obbligo, per il soggetto interessato, di scegliere quale incarico mantenere in caso di altra carica di vertice in un amministrazione pubblica ovvero in enti di diritto privato sottoposti a controllo pubblico o finanziati.
La normativa in materia di incandidabilità. Il decreto legislativo n. 235 del 2012 (Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi) individua le fattispecie che precludono la candidabilità alle cariche di parlamentare, di componente del Governo e di rappresentante nei consigli regionali e negli enti locali.
Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici. il d.p.r. n. 62 del 2013 (Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici) stabilisce le regole cui i dipendenti delle pubbliche devono conformarsi al fine di assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri di diligenza, lealtà, imparzialità.
Il ciclo delle performance. Il decreto legislativo n. 150 del 2009, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni, detta una riforma della disciplina del rapporto di lavoro dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche, al fine di assicurare una migliore organizzazione del lavoro, più elevati standard di qualità e di efficienza e maggiore trasparenza. Nel Piano delle performance (da realizzare in stretto collegamento con il Piano Anti corruzione ed il Programma della Trasparenza) devono essere precisati gli obiettivi strategici ed operativi scelti da ciascuna amministrazione.
Il whistleblower. La legge n. 190 del 2012 prevede che il pubblico dipendente che denuncia condotte illecite di cui è venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria. A tal fine è garantita la riservatezza di tali segnalazioni (art. 54 bis). Si questo tema l’ANAC ha predisposto delle linee guida (leggi scheda di sintesi). La legge n. 179 del 2017 ha rafforzato le tutele del dipendente pubblico e privato al fine di ampliare questo strumento di contrasto della corruzione (per approfondimenti leggi questa scheda e la documentazione ivi citata).
(Per maggiori approfondimenti su questa materia, consulta la sezione “Anticorruzione, trasparenza e integrità” del sito dell’Autorità nazionale anticorruzione; sulla esperienza iniziale di attuazione della legge vedi il Primo rapporto annuale – dicembre 2013; leggi anche il protocollo di intesa tra Anac e Ministero dell’Interno del luglio 2014).
Sulla normativa regionale di contrasto dei fenomeni della criminalità organizzata e della corruzione leggi questa scheda.
(ultimo aggiornamento settembre 2017)