Gestione della sicurezza urbana: il resoconto del terzo seminario per la Polizia Locale promosso dalla Regione del Veneto e Avviso Pubblico

Si è svolto questa mattina, martedì 26 ottobre, il terzo appuntamento del ciclo di incontri rivolti al personale della Polizia Locale, promossi dalla Regione del Veneto e da Avviso Pubblico nell’ambito del progetto formativo dal titolo “Mafie e Coronavirus, strumenti di prevenzione e contrasto“.

All’incontro, dal titolo “Gestione della sicurezza urbana: illustrazione ed analisi degli ambiti di intervento operativo della polizia locale” con particolare riferimento all’attività della criminalità organizzata di stampo mafioso, hanno partecipato circa cinquanta rappresentanti della Polizia Locale.

Il Comandante della Polizia Locale del Comando di Vicenza, Massimo Parolin, nel portare i saluti introduttivi al Seminario, ha richiamato l’attenzione al tema della sicurezza urbana quale bene pubblico, che afferisce alla vivibilità e al decoro della città, sottolineando che il decreto-legge 14/2017 (convertito in legge 48/2017) elenca vari mezzi con cui perseguire tale obiettivo (art. 4).

“L’ambito della sicurezza urbana va ricompreso nel più ampio concetto di sicurezza pubblica: determinati episodi finiscono per confluire in quest’ultima categoria qualora assumano contorni che fuoriescono dalle competenze della Polizia Locale” ha dichiarato il Comandante Parolin, che ha poi sottolineato la natura sociale di molti dei fenomeni con cui le forze di Polizia Locale sono chiamate ad interfacciarsi, richiamando anche la circostanza che forme di degrado sono presenti in ogni ambiente sociale. “È decisivo veicolare un’idea corretta dei fenomeni di criminalità e insicurezza: in questo senso la stampa non sempre è di aiuto”, ha concluso il Comandante Parolin.

A seguire il Prof. Roberto Cornelli, Docente di Criminologia e sicurezza urbana all’Università Milano-Bicocca, ha affrontato, nella sua relazione, il rapporto tra politiche di sicurezza urbana e diffusione della paura della criminalità. Innanzitutto, ha ricordato il Prof. Cornelli, è solo dalla metà degli anni ’90 che sui media e nei programmi elettorali il tema della sicurezza urbana e il discorso pubblico sulla paura dei cittadini diventa centrale anche nella sua dimensione di cd. microcriminalità (o criminalità di strada). “In un periodo di profonde trasformazioni sociali, viene veicolata l’immagine del cittadino impaurito rispetto ai cambiamenti della società ponendo il grande tema della governabilità di questi processi – ha aggiunto il professor Cornelli – Il discorso pubblico che da qui si è generato ha puntato, più che sulla complessità dei temi, sulla selezione del rischio prioritario da temere, focalizzando l’attenzione sulle questioni immediatamente percepibili (es. il bivacco sotto casa) e più semplici da risolvere con gli strumenti locali. Alla base di questo, il modello “tolleranza zero” di Rudolph Giuliani che, tuttavia, ha mostrato grandi limiti e non è sostenuto da teorie scientifiche nel suo assunto fondamentale (la correlazione degrado-tasso di criminalità). Questa opzione ha comunque prodotto alcune conseguenze che trovano riscontro, ad esempio, nello scarto tra percezione di insicurezza dei cittadini (altamente influenzata dalle priorità del discorso pubblico) e dati reali sugli episodi di criminalità (oggi, per alcuni aspetti, molto contenuti)”.

Infine, il Comandante Polizia Locale del Comando di Reggio Emilia, dott. Stefano Poma, ha svolto, nel suo intervento, un’approfondita rassegna degli strumenti normativi e pratici che hanno a disposizione le forze di Polizia Locale. Sul piano normativo, sono state richiamate le definizioni di sicurezza urbana e di sicurezza integrata, nonché le competenze del Sindaco in materia di sicurezza urbana. Sul piano pratico, la relazione ha posto il tema della collaborazione tra vari soggetti per risolvere, alla radice, determinati problemi di sicurezza urbana che quasi sempre celano in realtà elementi di disagio sociale di cui non può farsi carico solo la Polizia Locale.
Il Comandante Poma ha poi illustrato alcuni ambiti in cui può emergere la relazione tra sicurezza urbana e criminalità organizzata: “dallo spaccio di stupefacenti allo sfruttamento della prostituzione, dall’accattonaggio (che spesso origina dallo sfruttamento lavorativo) all’occupazione abusiva di immobili, fino al commercio abusivo di merce contraffatta. Sono ambiti in cui ciò che risulta immediatamente percepibile (e magari richiama l’attenzione dei cittadini che sollecitano l’intervento della Polizia Locale) è solo la punta di un iceberg di un sistema molto più complesso e organizzato di criminalità, e rispetto al quale l’intervento nei confronti della persona sfruttata e già vittima non può che essere anche di tipo sociale, attivando una rete con le realtà del territorio”, ha concluso il Comandante Poma.

Il prossimo incontro del progetto, dal titolo La prevenzione e il contrasto alla penetrazione mafiosa nell’economia”, rientra tra i seminari di “formazione aperta” e si svolgerà mercoledì 3 novembre, dalle ore 10 alle ore 13, in modalità online.

All’incontro interverranno:

  • Pietro Signoriello,prefetto di Vicenza;
  • Direzione Investigativa Antimafia,centro operativo del triveneto;
  • On. Paolo Lattanzio,membro della Commissione parlamentare antimafia e Presidente del comitato infiltrazioni mafiose nel tessuto socioeconomico durante l’emergenza sanitaria Covid-19;
  • Giuseppe Baldessarro, giornalista de “La Repubblica”.

Per partecipare è obbligatorio iscriversi inviando una email a organizzazione@avvisopubblico.it specificando nome, cognome e ruolo.

 

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