1. Osservatorio per la legalità e la sicurezza

Con la legge regionale 5 luglio 2001, n. 15 (“Promozione di interventi volti a favorire un sistema integrato di sicurezza, la cultura della legalità, della lotta alla corruzione e della cittadinanza responsabile nell’ambito del territorio regionale”) viene anche istituito, presso la Presidenza della Giunta regionale del Lazio, l’Osservatorio tecnico-scientifico per la sicurezza, la legalità e la lotta alla corruzione.

Tale organismo svolge funzioni di supporto nell’ambito della programmazione e valutazione degli interventi regionali per la sicurezza, la legalità e la lotta alla corruzione. In tali campi di intervento, inoltre, svolge un ruolo di concertazione tra le istituzioni e le parti sociali rappresentative delle categorie di settore (art. 8, 1° comma).

L’Osservatorio, in particolare, ha il compito di predisporre, con cadenza annuale, una mappa del territorio regionale che individui le zone maggiormente esposte a fenomeni di criminalità, ed evidenzi in maniera analitica le diverse fattispecie criminose. È tenuto, inoltre, a monitorare la validità e l’incidenza degli interventi finanziati dalla Regione – attraverso la suddetta L.R. 15/2001 – nel campo dello sviluppo della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile (art. 8, 4° comma). L’Osservatorio ha altresì il compito di formulare una relazione su ipotesi di proposte di carattere legislativo, amministrativo ed organizzativo da sottoporre alle commissioni consiliari permanenti al fine di renderle più efficaci nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata (art. 8, 4° comma quater).

L’Osservatorio è così composto (art. 8, 2° comma):

  1. tre membri, scelti dal Presidente della Giunta regionale tra soggetti di comprovata competenza professionale e scientifica nel campo sociale, della sicurezza e della prevenzione del crimine, di cui uno con funzioni di presidente previa audizione presso la commissione consiliare competente;
  2. un membro designato dall’ufficio scolastico regionale per il Lazio;
  3. un rappresentante del Comando Legione Carabinieri;
  4. un rappresentante del comando regionale della Guardia di Finanza;
  5. un rappresentante della Polizia di Stato;
  6. il Prefetto o altro rappresentante dell’ufficio territoriale del Governo del capoluogo della Regione;
  7. un rappresentante delle polizie locali del Lazio;
  8. un rappresentante delle associazioni regionali o nazionali maggiormente rappresentative che si occupano di legalità;
  9. un rappresentante delle associazioni più rappresentative del mondo dell’impresa;
  10. un rappresentante delle organizzazioni sindacali più rappresentative del settore;
  11. un rappresentante della sicurezza penitenziaria designato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP);
  12. un rappresentante del Centro operativo di Roma della Direzione investigativa antimafia (DIA).

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2. Commissione speciale infiltrazioni mafiose e criminalità

Con la legge regionale 6 agosto 2015, n. 12 (“Disposizioni a tutela della legalità e della trasparenza nella Regione Lazio”) anche il Lazio si dota di una commissione speciale sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata nel territorio regionale.

Tra i vari compiti attribuiti alla Commissione si annoverano (art. 3, 2° comma):

  1. l’analisi del livello di diffusione, penetrazione e consistenza della criminalità organizzata nel territorio regionale;
  2. il monitoraggio delle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nell’attività dell’amministrazione regionale e degli enti partecipati o sottoposti al suo controllo;
  3. lo studio e l’approfondimento della normativa vigente, nonché la formulazione di proposte di carattere legislativo, amministrativo ed organizzativo al fine di rendere la stessa più efficace nella lotta contro la criminalità organizzata;
  4. l’elaborazione di proposte tese a promuovere la cultura della legalità nel territorio regionale;
  5. il monitoraggio delle attività delle associazioni che effettuano sul territorio azioni di prevenzione dei fenomeni legati alla criminalità organizzata e che promuovono la cultura della legalità.

Per adempiere le sue funzioni, la Commissione può effettuare audizioni di rappresentanti di enti locali, di amministratori, di organizzazioni imprenditoriali, di associazioni nonché, previa intesa con gli stessi, di prefetti, questori, forze dell’ordine e altri organi appartenenti all’apparato statale (art. 3, 4° comma).

La Commissione è tenuta, inoltre, a presentare annualmente all’Aula una relazione sull’attività svolta ed eventuali proposte operative di azioni politiche, amministrative o legislative, che sono trasmesse alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere (art. 3, 5° comma).

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Sul sito di Avviso Pubblico sono disponibili le sintesi di alcuni documenti elaborati dai due organismi: Mappe della criminalità 2015; Mafie nel Lazio 2016, Relazione Commissione 2017; Infiltrazioni nell’economia – febbraio 2018

 

(a cura di Luca Fiordelmondo, Master APC dell’Università di Pisa)