La Città metropolitana di Bari aderisce ad Avviso Pubblico. L’intervista al Sindaco metropolitano Antonio Decaro

La Città metropolitana di Bari ha aderito alla nostra Associazione. Ad illustrare le ragioni di questa scelta il Sindaco della città, Antonio Decaro.

Da quanto tempo ricopre la carica di Sindaco metropolitano?

Dal gennaio 2015 ossia dalla nascita della Città Metropolitana di Bari.

Perché la Città metropolitana ha deciso di aderire ad Avviso Pubblico?

Per testimoniare il proprio impegno contro le mafie, la criminalità e la corruzione che purtroppo persistono anche nel territorio della città metropolitana. Sono 14 i clan attualmente censiti dalla DIA in terra di Bari che, inquinando la nostra economia, condizionano la nostra percezione di sicurezza. Gli ultimi dati del Viminale vedono il nostro territorio metropolitano al primo posto in Puglia per numero di reati: oltre 52mila nel 2016. Abbiamo bisogno di lavorare ancora molto sul fronte della prevenzione, oltre che della repressione e Avviso Pubblico può certamente aiutarci a svolgere un ruolo di cooperazione tra i 41 Comuni. Questa adesione non è per noi un mero fatto simbolico ma una presa di coscienza rispetto a un percorso di emancipazione di cui intendiamo essere parte attiva.

Cosa significa per lei impegnarsi per l’affermazione della legalità e della giustizia contro le mafie e l’illegalità?

Impegnarsi sul fronte della legalità per un Sindaco significa fronteggiare in prima persona gli illeciti denunciando sul proprio territorio anomalie e infiltrazioni, interne ed esterne all’Amministrazione. Un impegno che è costato al sottoscritto, in qualità di Sindaco di Bari, la citazione nel vostro report annuale sugli “Amministratori sotto tiro”. Ma la criminalità organizzata e le mafie non possono essere sconfitte solo con la repressione. Queste si alimentano della debolezza delle città e si nutrono della disoccupazione e delle povertà, specie quelle giovanili. È necessario, dunque, agire sulla consapevolezza dei cittadini per la creazione di una cultura antimafia – lavorando con le scuole, le università, le agenzie educative – ma anche creare occasioni di sviluppo rilanciando gli investimenti e incrementando le misure di protezione sociale per le famiglie più esposte. Noi Sindaci sappiamo bene quanti problemi si annidino nelle nostre periferie e su queste mancanze dobbiamo continuare a lavorare.

Quali attività e progetti la Città metropolitana ha messo in atto per promuovere la cultura della legalità democratica?

Lo scorso dicembre abbiamo riunito per la prima volta, alla presenza del Ministro degli Interni, il Comitato Metropolitano per la sicurezza urbana recentemente legittimato dalla Legge n. 48/2017 e condiviso una linea con i 41 Sindaci della Città Metropolitana. Il nostro orientamento è quello di massima cooperazione con la Questura e le forze dell’ordine, contestualmente a un lavoro costante sulla prevenzione e l’affermazione di un principio di legalità attraverso piani e programmi tesi alla rimozione delle disuguaglianze sociali che possono alimentare i canali di reclutamento delle mafie. Per questo abbiamo avviato il primo Piano periferie della Città Metropolitana investendo più di 40 milioni di euro, fondi del Piano periferie del Governo, sulla riqualificazione urbana dei contesti marginali. Nella stessa direzione va la sigla del Patto di Sviluppo con il Governo per rilanciare il commercio, il turismo e le infrastrutture. Il nostro impegno, da Sindaci, si sostanzia nel doppio ruolo di autorità locali in materia di pubblica sicurezza ma anche di amministratori attenti alle problematiche legate allo sviluppo e alla crescita del territorio, che è la precondizione per liberare i cittadini dal giogo delle mafie. L’unione fa la forza su questi temi e la cooperazione interistituzionale contribuisce a diffondere un messaggio di legalità.

Quali ostacoli ha incontrato e quali situazioni hanno favorito il suo operato su questo versante?

Finora gli unici ostacoli rilevati riguardano le resistenze opposte dalla criminalità organizzata alle azioni repressive e investigative portate avanti in collaborazione con la Questura e la Prefettura. Mai nessun ostacolo di carattere politico né culturale da parte dei Sindaci e della struttura. La Città Metropolitana di Bari sta portando avanti la propria linea di azione contro le mafie con molta chiarezza e recentemente, anche a seguito di denunce di alcuni parlamentari e della presa di posizione dell’Ente che rappresento, è stato sciolto per mafia il Consiglio Comunale di uno dei 41 Comuni. Siamo soddisfatti del grado di cooperazione che caratterizza il lavoro degli Enti e abbiamo in animo di dotare la Città metropolitana di maggiori strumenti per consentire alla società civile di essere protagonista di percorsi di antimafia sociale ed educazione civica. Pochi mesi dopo il mio insediamento abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa in materia di concessioni e appalti pubblici di lavori, forniture e servizi con tutte le parti sociali e le associazioni di categoria, perché riteniamo fondamentale condividere un percorso di legalità, dentro e fuori le istituzioni, e stringere un’alleanza virtuosa con tutti i soggetti che possono essere utili alla causa.

La Città metropolitana di Bari ha aderito ad Avviso Pubblico il 14 luglio 2017

Cosa chiede ai partiti e a chi ci governa oggi per lottare più efficacemente contro la mafia?

Io credo che il nostro Paese abbia bisogno di maggior coesione politica e che non ci si possa dividere su questi temi. L’Italia e il Sud Italia devono lavorare ancora molto sul tema delle mafie senza aver paura di nominarle e chiamare le cose con i loro nomi. Come diceva Giovanni Falcone “la mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”. Ecco, io credo che i partiti e le istituzioni abbiano il compito di schierarsi con determinazione per sconfiggere questo cancro, sottraendo i Sindaci e gli amministratori al ruolo di avanguardia repressiva che non produrrà alcun risultato senza una strategia politico-istituzionale di contorno.

[box type=”info”]Breve biografia di Antonio Decaro

Nominato assessore tecnico alla mobilità della prima giunta del sindaco di Bari Michele Emiliano nel 2004, viene eletto come consigliere comunale a Bari nel 2009 e nominato nuovamente assessore alla mobilità della seconda giunta guidata dal sindaco Michele Emiliano. Nel 2010 è eletto consigliere regionale per la Puglia nelle liste del Partito democratico con Nichi Vendola presidente. Diventa capogruppo in consiglio regionale del Partito Democratico. Nel 2013, dopo la corsa interna al Partito con le parlamentarie, viene eletto alla Camera dei Deputati. Nel 2014 si candida alle primarie come sindaco di Bari e a giugno dello stesso anno viene eletto sindaco. Dopo l’entrata in vigore della legge Del Rio, diventa sindaco dell’area metropolitana di Bari, che comprende 41 comuni e circa 1.200.000 abitanti. L’11 ottobre del 2016 viene eletto a Bari, presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni italiani.

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