Premessa. Il 4 Luglio 2023 l’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia ha pubblicato il Rapporto annuale sull’attività svolta nel 2022 nel contrasto alle attività di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, di cui sono riportati in sintesi i passaggi più rilevanti riguardo l’analisi operativa e le zone di rischio.

Qui la presentazione del Direttore della UIF.

Le segnalazioni di operazioni sospette. Il 2022 è stato un anno di grande impegno per la UIF. Si è raggiunto, infatti, un altro massimo storico delle segnalazioni di operazioni sospette ricevute dall’Unità (155.426, con un aumento dell’11,4% rispetto al 2021).

Come mostra la tabella, dopo il grande balzo rappresentato dall’anno 2021, continua il trend di crescita del numero delle segnalazioni.

Con riferimento alle categorie di segnalanti, oltre alla consolidata prevalenza di “Banche e Poste”, il rapporto rileva come le comunicazioni trasmesse dalla Pubblica amministrazione permangano limitate e concentrate su due società a partecipazione pubblica (170 comunicazioni su un totale di 179) alle quali è riferibile l’aumento del flusso segnaletico del 2022 (+39,8%, +51 comunicazioni), perlopiù collegato a richieste di finanziamenti pubblici a valere su risorse del PNRR. Restano inoltre marginali anche gli apporti di Enti territoriali e delle Camere di Commercio.

Tra i soggetti obbligati non finanziari, spiccano per numeri assoluti i prestatori di servizi di gioco, mentre nel contesto dei professionisti va rilevato il calo dei dottori commercialisti (-31% rispetto al 2021); crescono, invece, le segnalazioni dei notai (+13% sul 2021).

Sul piano territoriale, si conferma il primato della Lombardia per valore assoluto, con un’incidenza del 17,8% sul totale, seguita dal Lazio (12,4%) e dalla Campania (11,8%). In rapporto alla popolazione residente, invece, il maggior contributo in termini di collaborazione attiva proviene, nell’ordine, da Lazio, Campania e Lombardia.

Aree di rischio e tipologie. Le fattispecie fiscali, corruttive e appropriative di fondi pubblici, nonché quelle potenzialmente riferibili a contesti di criminalità organizzata, continuano a rivestire, secondo il Rapporto, una primaria importanza nell’ambito della collaborazione attiva, focalizzando l’attenzione dell’Unità sui relativi contesti in ragione del rischio tradizionalmente a essi associato, peraltro amplificato dalla tipica promiscuità che contraddistingue tali minacce e che ne rende spesso difficoltosa una netta distinzione.

Evasione fiscale. Le segnalazioni di operazioni sospette afferenti all’ambito fiscale rappresentano il 20,2% del totale (erano il 16,8% nel 2021). In questo ambito, gli schemi rappresentativi di presunte frodi nelle fatturazioni pesano più del 25%, e con un significativo 9% per le segnalazioni relative alle cessioni di crediti di imposta ex DL 34/2020 (c.d. “decreto Rilancio”).

Un punto particolarmente studiato dalla UIF è quello relativo alle anomale cessioni di crediti di imposta.

Abuso di fondi pubblici e corruzione. Le segnalazioni che consentono di svelare accordi corruttivi sono negativamente influenzate dalla intrinseca segretezza dello scambio illecito alla base di tali sinallagmi.

Contribuiscono, però, a gettare una luce sul fenomeno le informative di whistleblowing che presentano un comune denominatore in ordine a irregolarità, illeciti o reati commessi all’interno di enti pubblici e privati. Nei casi esaminati nel 2022, le informative di whistleblowing menzionate nelle SOS hanno riguardato presunti episodi corruttivi apparsi di rilevante portata sia per gli importi in gioco che per la natura delle persone fisiche e giuridiche coinvolte.

Un altro punto attenzionato dalla UIF è relativo alle SOS riferite al Bonus Cultura (L. 208/2015), con casi in cui le norme che disciplinano i contributi risultano aggirate in sede di liquidazione.

Il PNRR. Un capitolo a parte merita, invece, il PNRR. Nel 2022 l’Unità ha ricevuto 152 segnalazioni di operazioni sospette classificate come attinenti al PNRR (di cui oltre il 27% relative a contesti potenzialmente riconducibili alla criminalità organizzata) per un importo complessivo dell’operatività sospetta segnalata superiore a 264 milioni di euro. Oltre la metà sono state inoltrate dalla Pubblica amministrazione, mentre la parte residua principalmente da banche e Poste.

Sono così emerse reti di imprese che hanno indebitamente beneficiato di finanziamenti agevolati o che hanno utilizzato in modo distorto le risorse erogate, frequentemente trasferite all’estero a favore di società controparti, anche riconducibili a soggetti positivi al matching anagrafico con le basi dati della DNA.

Spesso le entità della rete sono imprese recentemente rilevate da meri prestanome al servizio della criminalità organizzata, che pressoché contestualmente alla richiesta delle agevolazioni, registrano modifiche societarie, soprattutto nell’ambito di interventi destinati alla promozione di specifici settori, ovvero della sede legale, laddove una determinata collocazione geografica sia funzionale all’incremento della componente a fondo perduto.

È ricorrente la presenza di figure professionali che, assistendo le imprese nelle fasi di accesso alle agevolazioni, svolgono un ruolo nevralgico nella rete, facilitando condotte illecite per conto di titolari effettivi comuni.

Visto il limitato apporto di segnalazioni da parte delle Pubbliche Amministrazioni, la UIF ricorda come le misure di prevenzione dei rischi di illecito e di tutela dell’integrità possano rappresentare “un’opportunità per il comparto pubblico per prevenire utilizzi distorti dei fondi pubblici a condizione che non siano considerate come un mero appesantimento degli oneri gestionali o un aggravio da gestire secondo una logica meramente burocratica”. Viene, inoltre, ritenuta urgente anche la piena valorizzazione dei legami tra le funzioni di prevenzione della corruzione e di comunicazione di operazioni sospette, richiamata dall’ANAC nel Piano Nazionale Anticorruzione 2022-24.

La criminalità organizzata. Nel 2022, oltre il 18% delle segnalazioni ricevute è stato classificato come potenzialmente riferibile agli interessi del crimine organizzato e circa il 6,5% di esse è stato sottoposto ad analisi di secondo livello

Si tratta di un volume, secondo la UIF, sostanzialmente in linea, in termini quantitativi e tipologici, con quello dell’anno precedente.

In continuità con il passato, la distribuzione territoriale delle segnalazioni conferma un’elevata corrispondenza con le mappature degli insediamenti predisposte dalla DIA e dalla DNA nelle rispettive relazioni. In particolare, il 19,8% riguarda la Campania, seguita dal Lazio (14,4%) e dalla Lombardia (14,1%); seguono la Sicilia(8,1%), la Puglia (6,4%), la Calabria (5,3%) e l’Emilia-Romagna (5,1%). Roma, Napoli e Milano si confermano, nell’ordine, le prime tre province nelle quali si concentrano i volumi operativi potenzialmente ascrivibili agli interessi delle consorterie, con una incidenza complessiva del 32,9%.

Sul piano tipologico, gli schemi operativi segnalati sono coerenti con quanto osservato negli anni scorsi: trova conferma, infatti, l’ampia riconducibilità delle segnalazioni a fattispecie di natura fiscale (22,2%), con un’importante incidenza di quelle che documentano la provenienza o la destinazione estera dei flussi.

Degno di nota è il legame emerso con l’impiego dei fondi pubblici, che conferma la propensione delle consorterie mafiose a sfruttare le occasioni di profitto discendenti dalle situazioni di crisi e dalle conseguenti misure pubbliche di supporto. In particolare, delle segnalazioni di operazioni sospette potenzialmente riconducibili alla criminalità organizzata, il 5,8% è riferibile all’area di rischio connessa alla pandemia e ai correlati interventi di sostegno economico. Le analisi condotte dall’Unità in tale ambito hanno riguardato primariamente casi di indebita percezione dei finanziamenti previsti dalla normativa emergenziale ovvero di utilizzi distorti di tali fondi, anche relativamente alle risorse stanziate tramite il PNRR.

Con riguardo agli appalti connessi all’attuazione del PNRR, appaiono rilevanti, secondo la UIF, le misure di semplificazione nonché le procedure di acquisizione e disponibilità della certificazione antimafia previste dalla legislazione vigente (DL 13/2023 convertito dalla L. 41/2023).

Il settore dei giochi e gli interessi mafiosi. Il comparto dei giochi e delle scommesse continua, secondo la UIF, a mostrare zone d’ombra suscettibili di favorire fenomeni di riciclaggio.

Gli esiti degli approfondimenti finanziari hanno confermato l’interesse delle consorterie mafiose nel settore dei giochi e delle scommesse (con un peso di tali segnalazioni pari all’8,5% di quelle riconducibili all’area di rischio in esame), non solo tramite il relativo utilizzo quale canale diretto e immediato per il riciclaggio di fondi di provenienza illecita ma anche mediante la costituzione all’estero di intermediari finanziari grazie a risorse provenienti da società del comparto.

Relativamente a tale ultimo punto, ad esempio, l’attivazione del canale della cooperazione internazionale ha consentito di individuare la titolarità effettiva di un IMEL comunitario in capo a soggetti italiani collegati a un clan camorristico, già dominus di un gruppo estero attivo nei servizi di pianificazione fiscale off-shore e di apertura di conti correnti anonimi che indirizzerebbe all’IMEL i suoi clienti.

Altre modalità operative riguardano i meccanismi di chip dumping (forme di collusione tra giocatori che consente di trasferire denaro tra gli stessi truccando l’esito di una partita), emersi da alcune segnalazioni e intercettati nell’ambito delle procedure interne antifrode.

Inoltre, il Rapporto segnala che alcuni PVR promuovono – all’insaputa del concessionario – giochi tramite siti web non autorizzati dall’ADM con modalità non consentite. Tali circostanze delineano un esercizio abusivo dell’attività di gioco o di scommessa e favoriscono fenomeni di riciclaggio attraverso operazioni non tracciate e fuori dal controllo sia del concessionario sia delle Autorità preposte.

La collaborazione con l’autorità giudiziaria. I dati del 2022 riportati nel Rapporto mostrano che le richieste di collaborazione dell’Autorità giudiziaria e degli Organi investigativi delegati, dopo due anni di notevole incremento, sono tornate ai livelli precedenti la pandemia, pur mantenendosi elevato il numero di SOS trasmesse. Nel corso del 2022 sono pervenute 313 richieste (in diminuzione del 38,6% in confronto con l’anno precedente), rispetto alle quali la UIF ha trasmesso 1.059 informative (-27,6%).

Il Rapporto dà inoltre conto del nuovo Protocollo d’Intesa, sottoscritto il 30 Dicembre 2022, tra UIF e DNA in sostituzione dei precedenti del 2018 e del 2021.

Nel 2022, inoltre, sono stati avviati 212 procedimenti amministrativi finalizzati all’adozione di un provvedimento di sospensione di operazioni sospette, di cui 90 su iniziativa della stessa Unità, per un valore complessivo delle transazioni esaminate pari a 154 milioni di euro. I provvedimenti adottati, previa consultazione degli Organi investigativi, sono stati 32

La collaborazione con le FIU estere. Nel corso del 2022 la UIF ha scambiato informazioni con 120 controparti estere. L’Unità, in particolare, ha trasmesso 790 richieste di informazioni a FIU estere, in diminuzione rispetto alle 834 del 2021 (-5,3%); le richieste effettuate a supporto di indagini dell’Autorità giudiziaria o degli Organi investigativi sono diminuite dell’8,2%, più di quelle effettuate per esigenze di analisi interna.

Il quadro normativo. Tra le novità del 2022 il Rapporto segnala il lavoro di revisione integrale degli indicatori di anomalia volto a far confluire in un atto normativo unico e organico le casistiche rilevanti per agevolare i destinatari nell’adempimento degli obblighi di collaborazione attiva.

Il nuovo provvedimento rimarca l’esigenza della coesistenza di elementi di anomalia soggettivi e oggettivi perché si configuri un’operazione sospetta; valorizza l’autovalutazione dei destinatari nell’individuazione degli indicatori a loro riferibili, attribuendo specifico rilievo alle indicazioni degli organismi di autoregolamentazione dei professionisti; esclude l’obbligo di segnalare un comportamento astrattamente anomalo in presenza di valide giustificazioni; scoraggia comportamenti meramente cautelativi. Esso guida inoltre i soggetti obbligati nell’identificazione degli elementi informativi essenziali per la configurazione e la rappresentazione dei sospetti.

Tra le novità, si segnalano le anomalie collegate: al coinvolgimento di persone politicamente esposte e di rappresentanti degli enti pubblici o con finalità pubbliche, all’utilizzo di crypto-assets, al trasferimento di crediti o altre attività anche nell’ambito di procedure concorsuali, al ricorso a conti di corrispondenza o a rapporti assimilabili.

Sono state inoltre aggiornati gli indicatori specifici di alcune materie come: money transfer, trust, giochi, finanziamento del terrorismo, programmi di proliferazione delle armi di distruzione di massa.