Premessa. Il 1°luglio 2020 l’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia ha presentato il Rapporto annuale sull’attività svolta nel corso del 2019, del quale sono qui sintetizzati gli aspetti più rilevanti dei capitoli inerenti all’analisi operativa e alle aree di rischio (la Relazione del Direttore Claudio Clementeil video della presentazione).

Si rammenta che l’UIF è l’unità centrale nazionale con funzioni di contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, istituita presso la Banca d’Italia dal d.lgs. n. 231/2007, in conformità con regole e criteri internazionali che prevedono la presenza in ciascuno Stato di una Financial Intelligence Unit (FIU), dotata di piena autonomia operativa e gestionale.

SEGNALAZIONI DI OPERAZIONI SOSPETTE ANCORA IN CRESCITA. Nel corso del 2019 la UIF ha ricevuto 105.789 segnalazioni di operazione sospette (SOS), un dato in aumento del 7,9% rispetto al 2018, quando furono poco più di 98mila. Le segnalazioni pervenute nel 2019 hanno riguardato operazioni eseguite per 91 miliardi di euro contro i 71 dell’anno precedente.

TIPOLOGIA DEI SEGNALANTI. L’incremento deriva principalmente dall’aumento delle segnalazioni degli intermediari e altri operatori finanziari (+52,7%) e degli operatori nel comparto dei giochi (+27,7%). In termini assoluti il maggior numero di segnalazioni (64,5% del totale) proviene da Banche e Poste. Il 4,8% delle segnalazioni giunge dai professionisti. In coda a questa graduatoria la Pubblica Amministrazione con appena 47 segnalazioni (lo 0,04% del totale).

“Il settore dei professionisti presenta un incremento (+5,3%), anche quest’anno alimentato principalmente dalle segnalazioni dei notai (+6,6%) – evidenzia la UIF – Rimangono numericamente ancillari i contributi delle altre categorie professionali, per quanto si registrino delle inversioni di tendenza da parte dei commercialisti (da 319 a 327 unità) e degli avvocati (da 38 a 48 unità). Relativamente più significativo è risultato l’incremento delle società di revisione e dei revisori legali (da 13 a 30 unità)”.

Prosegue l’aumento, già in evidenza lo scorso anno, delle segnalazioni provenienti dai “prestatori di servizi di gioco” (dalle 5mila del 2018 si è passati alle quasi 6.500 del 2019). Ma, a differenza del 2018, “il trend è interamente riconducibile all’aumento di segnalazioni rivenienti dagli operatori di gioco su rete fisica (+58,7% da 2.728 a 4.330 SOS), a fronte di una diminuzione delle SOS inviate dagli operatori di gioco online (-8,5%)”.

I TREND DEI PRIMI MESI DEL 2020. L’incremento del numero di SOS è proseguito anche nel corso del 2020. Nel primo quadrimestre la UIF ha ricevuto 35.927 segnalazioni di operazioni sospette, con un incremento del 6,3% rispetto allo stesso periodo del 2019.

I “NUOVI SEGNALANTI”. Anche nel 2019 la crescita delle segnalazioni ricevute dalla UIF è stata accompagnata da un progressivo arricchimento della platea di soggetti segnalanti, passati dai 6.205 del 2018 ai 6.708 del 2019 (+503).  “Con 279 nuovi soggetti, il comparto dei professionisti continua a esprimere la componente più significativa delle nuove iscrizioni dell’anno, principalmente rappresentata da dottori commercialisti, esperti contabili, consulenti del lavoro (155) e avvocati (42). Significativi si confermano anche gli ingressi di nuovi soggetti che si occupano del commercio in oro (52)”.

RICICLAGGIO DIETRO LE SOS. Le segnalazioni ricevute nel 2019 sono state indotte il 99% delle volte da casi di sospetto riciclaggio. Diminuiscono – in termini assoluti e in percentuale – le SOS legate al finanziamento del terrorismo.

DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DELLE SEGNALAZIONI

Rispetto al 2018 non si segnalano particolari cambiamenti relativi alla distribuzione territoriale delle segnalazioni . La Lombardia si conferma prima regione con un’incidenza del 19,8% sul totale del flusso ricevuto, seguita da Campania, Lazio e Veneto. Questi 4 territori raccolgono il 50% delle SOS di tutto il territorio nazionale.

Gli incrementi percentuali più significativi – su un totale di SOS già piuttosto elevato nel 2018 – si registrano in Sicilia (+26,3%), Emilia-Romagna (+10,8%), Lazio (+10,7%) e Puglia (10,6%).

A livello provinciale Prato e Milano si confermano rispettivamente al primo e al secondo posto. Nella fascia alta si collocano anche quest’anno le province di Imperia e Napoli, alle quali si aggiunge Trieste.

TIPOLOGIA DI OPERAZIONI ESEGUITE. Continuano a prevalere i bonifici nazionali (un terzo del totale) e rimangono costanti anche le operazioni in contante, le rimesse di pagamento e la componente di bonifici esteri.

 

LE PRINCIPALI AREE DI RISCHIO. Evasione fiscale, corruzione e criminalità organizzata sono, anche nel 2019, le principali aree di rischio evidenziate dal Rapporto UIF.

CRIMINALITA’ ORGANIZZATA. Sotto il profilo tipologico, le segnalazioni relative alla criminalità organizzata “presentano spesso anomalie finanziarie non diverse da quelle ravvisabili nelle comuni operatività aziendali, per effetto della penetrazione della criminalità organizzata nel tessuto imprenditoriale. Si rilevano frequenti frodi nelle fatturazioni, utilizzate dalle organizzazioni criminali per conseguire scopi anche diversi da quelli di evasione fiscale. A tale operatività, ravvisabile in circa un quinto delle segnalazioni classificate come potenzialmente riconducibili a interessi mafiosi, di norma si associano intensi utilizzi di bonifici, carte prepagate e contanti.  Tra i principali settori economici interessati rilevano quelli dei servizi alle imprese, dei carburanti, del commercio di autoveicoli, del trasporto e del facchinaggio. Non mancano situazioni che evidenziano palesi irregolarità nella gestione di fondi pubblici ottenuti nell’ambito di contratti di appalto e che configurano, spesso in maniera inconfutabile, violazioni della normativa sulla tracciabilità dei pagamenti. Anche il settore dei giochi e delle scommesse (sia con riferimento a operazioni di gioco– fisico e online – sia con riferimento alla gestione delle sale da gioco) risulta appetibile per la criminalità organizzata, presente su quasi tutta la filiera, ivi compresa la gestione e il noleggio degli apparecchi di gioco”.

Nel corso del 2019, la UIF ha individuato contesti e operatività riconducibili anche alle criminalità straniere, in particolare relativi alla criminalità nigeriana. “L’operatività rilevata più frequentemente è stata quella sintomatica di truffe, contrassegnata da flussi di importi considerevoli disposti da mittenti localizzati in paesi esteri. Si rileva una concentrazione della destinazione delle risorse nel Nord (soprattutto in Piemonte, Lombardia e Veneto) e, nel Centro Sud, in Campania (Napoli e Castel Volturno) e in Sicilia (Palermo e Ragusa).

CORRUZIONE E ABUSO DI FONDI PUBBLICI. In tema di corruzione la UIF sottolinea come questa area di rischio sia connotata da una maggiore complessità nell’individuazione delle fattispecie di sospetto rilevanti, per cui “assumono particolare importanza, oltre alle segnalazioni di operazioni sospette provenienti dal comparto privato, le comunicazioni degli uffici della Pubblica Amministrazione“. Proprio per questo si evidenzia come il potenziale del comparto  – “da considerarsi prezioso specie con riferimento a dinamiche di tipo corruttivo o di abuso e appropriazione di fondi pubblici” – risulta “ancora in gran parte inespresso”. Quanto afferma in questo passaggio la UIF è corroborato dai numeri sopra citati (appena lo 0,04% delle SOS proviene dalla Pubblica Amministrazione).

Ciononostante, “le comunicazioni trasmesse dalla PA all’indomani dell’entrata in vigore del D.lgs. 90/2017, sebbene esigue come numero, testimoniano che alcuni attori pubblici si sono organizzati e attivati in maniera efficace, rappresentando quindi un’esperienza replicabile da parte degli altri sinora inerti. In particolare, diverse comunicazioni di interesse conseguono ai controlli effettuati nell’ambito delle attività svolte dallo Sportello unico delle attività produttive istituito presso i Comuni a valle delle Segnalazioni certificate di inizio attività. Ciò suggerisce che non vi è contrasto fra adempimento dei doveri antiriciclaggio e gli strumenti di semplificazione amministrativa e liberalizzazione che hanno connotato gli interventi di
riforma nel corso degli ultimi decenni, ben potendo tali strumenti rappresentare un
fattore evolutivo dei controlli in grado di riorientarli più facilmente anche in chiave
antiriciclaggio”.

EVASIONE FISCALE. “Nel 2019 le segnalazioni di operazioni sospette ricondotte a possibili fenomeni di violazione della normativa fiscale sono risultate pressoché stabili in termini numerici assoluti, ma in lieve diminuzione in termini percentuali, attestandosi a circa un quinto del totale di quelle pervenute. Anche per il 2019 la maggior parte di esse (circa 75%) ha riguardato consolidati schemi operativi caratterizzati da giri di fondi tra persone fisiche e giuridiche collegate, possibili false fatturazioni, utilizzi di rapporti personali per il transito di operatività apparentemente di natura commerciale, prelevamenti di denaro contante da rapporti aziendali. Inoltre in un quinto delle segnalazioni classificabili come ‘fiscali’ si è riscontrata un’operatività con l’estero potenzialmente riconducibile a frodi carosello a carattere internazionale“.

L’EMERGENZA COVID-19. La UIF dedica nel Rapporto 2019 uno specifico approfondimento al tema dell’emergenza innescata dalla pandemia legata al Covid-19, la quale ha introdotto “nuovi rischi di riciclaggio e ne ha accentuato altri già diffusi nell’economia“.

“Il rischio più grave, per le sue conseguenze di lungo periodo, è collegato all’impatto della crisi del sistema produttivo, minacciato da infiltrazioni criminali che possono influire sul normale funzionamento dei mercati e della concorrenza. La crisi di liquidità in cui si trovano molte imprese, a causa della temporanea inattività, è infatti un terreno fertile per acquisizioni della proprietà o del controllo di ampie porzioni del sistema produttivo, soprattutto da parte della criminalità organizzata, che dispone di un ampio serbatoio di fondi derivanti da attività illegali.

Le aziende sono particolarmente vulnerabili anche alle proposte di prestiti usurai,
finalizzati sia a lucrare interessi superiori alle soglie di legge sia al rilevamento dell’attività,
facilitato dalle difficoltà di rimborso. Il rischio di usura potrebbe coinvolgere anche privati con posizioni occupazionali precarie a causa delle cessazioni di attività delle imprese.

Rischi significativi possono inoltre derivare dall’acquisizione illecita delle varie forme di sussidi pubblici in favore dei cittadini e delle imprese per il superamento della crisi economica generata dalla pandemia. In questo ambito possono emergere forme di corruzione di funzionari pubblici, di persone politicamente esposte o di imprese a questi collegate, volte ad assicurare corsie preferenziali di accesso ai fondi pubblici anche in assenza dei requisiti richiesti. Potrebbe anche ampliarsi l’area del fenomeno delle truffe nei confronti dello Stato, attuate mediante false attestazioni di possesso dei requisiti previsti per l’erogazione degli aiuti.

Particolarmente esposto è il comparto sanitario, soprattutto per possibili frodi e corruzione nell’acquisizione di forniture legate all’emergenza (dispositivi di protezione, apparecchiature medicali, medicinali). La situazione di urgenza può spingere gli ospedali e le amministrazioni locali a rivolgersi a fornitori non noti che offrono prodotti che si rivelano non conformi o che non vengono di fatto mai spediti. Un ambito criminale in espansione con la pandemia è quello delle truffe al settore privato, attuate principalmente online e rappresentate da due principali casistiche. La prima sfrutta l’elevata domanda di materiale sanitario offrendo ai privati prodotti contraffatti o inesistenti. La seconda sollecita donazioni per interventi di beneficenza o sostegno durante e dopo la crisi sanitaria, che si rivelano mai destinate ai fini dichiarati.

Le restrizioni alla mobilità individuale introdotte soprattutto nella fase più acuta della pandemia accentuano i rischi dell’utilizzo di internet per svolgere attività illegali o di riciclaggio dei proventi criminosi. È prevedibile un crescente sfruttamento del dark web, dei social media e in generale di piattaforme marketplaces online per vendere prodotti illegali o porre in essere truffe a danno di privati. È anche prevedibile lo spostamento di operazioni finanziarie e di trasferimenti di fondi dagli sportelli degli intermediari alle piattaforme online, che presentano maggiori difficoltà di monitoraggio.

Fra gennaio e aprile 2020 i soggetti obbligati hanno inviato oltre 200 segnalazioni di
operazioni sospette collegate alla pandemia Covid-19. Da una prima ricognizione delle
stesse emergono numerosi prelievi di contante correlati a timori indotti dalle misure di
contenimento e confinamento sociale che in taluni casi potrebbero nascondere finalità
illecite. Un’altra fattispecie ricorrente attiene alla fornitura di dispositivi di protezione individuale (DPI) sia tra privati sia nei confronti di committenti pubblici”.

(a cura di Claudio Forleo)