Premessa. Il 20 novembre 2017 è stato stipulato un protocollo d’intesa tra ANAC, Agenzia per la Coesione Territoriale e Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Istat ed i Ministeri dell’Economia, dell’Interno e della Giustizia. Finalità principale è quella di individuare, quantificare e sperimentare degli indici di rischio che possano consentire la misurazione e il contrasto dei fenomeni corruttivi sulla base di quanto già avviene a livello europeo.

Si tratta di un protocollo “aperto”, di durata triennale, al quale anche altre Amministrazioni pubbliche potranno aderirvi in un momento successivo e che si inserisce nell’ambito del PON “Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020”.

Contenuti del protocollo. In particolare, il protocollo mira ad utilizzare una “strumentazione analitica” (vedi pag. 3) volta a misurare tali fenomeni e tale misurazione avverrà a livello territoriale e individualmente per ogni tipo di Amministrazione dello Stato cercando così di fornire così criterio e un metodo di individuazione che possa costituire riferimento per l’Unione europea.

Tale raccolta di dati consentirà di analizzarli nel loro complesso e di metterli in relazione a quelli raccolti da ogni singola Amministrazione garantendo anche, in tal caso, il libero accesso alle informazioni raccolte ed elaborate mediante piattaforme telematiche.

Tale protocollo è “strutturato in tre Linee, a loro volta articolate in una o più Attività” (vedi pag. 4):

  1. costruzione, quantificazione e pubblicazione di un set di indicatori territoriali, settoriali e per livello di governo sul rischio di corruzione e sul contrasto della corruzione (attività di analisi delle banche dati di ogni Amministrazione, elaborazione di dati in esse contenuti, loro validazione per ottenere gli indicatori da pubblicare; rilevazione, quantificazione e pubblicazione degli indici territoriali attinenti la prevenzione e il contrasto alla corruzione per ogni livello e grado di Amministrazione);
  2. metodologie di riferimento in ambito europeo per la misurazione del rischio di corruzione (creazione e sviluppo di una metodologia che possa essere adottata a livello europeo);
  3. trasparenza, partecipazione diffusa e monitoraggio civico.

Nello specifico verranno realizzate delle banche dati nelle quali verranno fatte confluire le informazioni utili al calcolo degli indicatori il quale, insieme all’elaborazione, verrà effettuato con l’apporto di ogni Autorità firmataria di tale protocollo.

Inoltre, viene garantito l’accesso a tali informazioni alle Amministrazioni che vi hanno aderito, le quali avranno anche il compito di aggiornare periodicamente quelle che sono di loro diretta elaborazione.

Essenziale sarà il continuo scambio di dati tra i soggetti coinvolti, le cui modalità verranno definite in fase attuativa e sempre nel rispetto di quanto disposto dal d.lgs. n. 196/03 e dai provvedimenti del Garante per la protezione dei dati personali.

 

(A cura di: Avv. Stefano Maria Sisto – Cultore della materia in diritto amministrativo presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bari “A.Moro”)