Premessa. Giovanni Manuguerra è l’autore (assieme a Giuseppina Maria Chiara Talamo) del saggio su “Il settore del gioco d’azzardo e i costi sociali” pubblicato all’interno del volume “Il gioco d’azzardo in Italia. Contributi per un approccio interdisciplinare”, edito da Franco Angeli nel 2016. Qui di seguito viene sintetizzato il metodo di lavoro seguito.
Sintesi. Nel corso degli anni, il gioco d’azzardo è stato analizzato seguendo un approccio interdisciplinare. Per le sue peculiari caratteristiche, il gioco d’azzardo, oggi, assume connotazioni ed analisi diverse a seconda il punto di vista da cui lo si analizzi; sia esso sociologico, giuridico, economico o secondo una prospettiva clinica. Proprio per queste sue diverse sfaccettature, a cui si presta, si è deciso di articolare il lavoro come segue.
Nell’analizzare il primo aspetto, quello giuridico, è importante considerare la regolamentazione e come questa influenzi l’attività del gioco d’azzardo stessa (art. 721 del codice penale italiano). Si farà riferimento alla definizione del gioco d’azzardo, e brevemente, agli articoli di legge che regolamentano tale attività. Cercando, però, di andare oltre proponendo un’analisi comparata tra i diversi sistemi dei principali paesi UE; oltre a concentrarsi su come la stessa UE consideri il suddetto settore e come intende intervenire. Proprio dal punto di vista giuridico, il gioco d’azzardo «è un fatto profondamente antisociale», un vizio, ovvero un comportamento che deve essere contrastato, anche e soprattutto per le conseguenze che può avere sia per l’individuo che per la collettività. A tal proposito, lo Stato ha previsto norme di tipo amministrativo volte a regolarizzare il gioco d’azzardo, e norme repressive di carattere penale. Ma al contempo, si è anche occupato di promuovere un gioco d’azzardo legalizzato e responsabile, in quanto il gioco d’azzardo rappresenta anche un’importante fonte d’entrata per lo Stato stesso. Si capisce come già solo quest’aspetto risulti capace di offrire importanti spunti di riflessione.
Nella seconda parte, utilizzando i dati (Transcrime, 2013; Libera, 2013; CNEL, 2011; Ispad, 2012; ALEA, 2009) si analizzeranno sia la presenza dei giochi disponibili sul territorio italiano, il ruolo della criminalità organizzata nel gestire questo settore, il ruolo della tassazione del mercato del gioco d’azzardo nel rappresentare un’importante fonte di entrata per lo Stato. Ciò su cui si è voluta focalizzare la nostra attenzione è stato quello di analizzare più nello specifico la prospettica economica, e le diverse implicazioni, che questo settore è capace di offrire. In funzione di ciò, bisogna precisare come la più recente letteratura concentra l’attenzione sul mercato legale del gioco d’azzardo, mentre la relazione tra gioco d’azzardo e modus operandi della criminalità organizzata riguarda l’analisi dei rapporti che intercorrono tra il gioco d’azzardo legale e la commissione di reati. Quest’ultimo approccio, analizza il modus operandi della criminalità organizzata e di come essa sfrutti il gioco d’azzardo legale come mezzo per riciclare denaro o concedere prestiti a tassi usurari. In questa situazione, oltre gli effetti degenerativi del fenomeno sulla società civile, finendo con l’essere una piega, risulta necessario dover considerare come suddetto settore finisca con il costituire per la criminalità organizzata, grazie al supporto di sofisticatissime tecniche, finalizzate all’elusione dei presidi di controllo posti dallo Stato, un’appetibile fonte di guadagno.
Nella terza parte, è risultato doveroso analizzare il nesso causale che lega la recente crisi economica, la crescita dell’offerta ludica e la varietà dei giochi d’azzardo. Da più parti, tale nesso è giustificato dalla crescente e pressante esigenza, da parte dello Stato, di trovare fonti alternative di entrata, in un panorama di forte crisi e pochi guadagni, attraverso una sempre maggiore diffusione di un’offerta ludica legale. Un contesto del genere, finisce però, con l’avere ricadute negative da un punto di vista sociale. Infatti, non deve sorprendere come, a fronte della crisi, il tasso di gioco è aumentato sensibilmente portando molti soggetti, che vedono nel gioco d’azzardo l’unico modo per uscire da una situazione finanziaria difficile, ad indebitarsi, anche ricorrendo a fonti di finanziamento provenienti da organizzazioni criminali di cui poi finiscono con l’essere facili vittime. Paradossalmente, però, la crescita esponenziale del settore dell’offerta ludica, non è coincisa con un analogo incremento delle entrate erariali che hanno, invece, registrato una sensibile contrazione. Un altro dato da analizzare è quello relativo al gioco d’azzardo illegale, in mano alle organizzazioni criminali: in termini di giro d’affari vale 10 miliardi di euro e vede coinvolti 41 clan, tra cosa nostra, camorra e ‘ndrangheta.
Infine, considerando il periodo di recessione globale che anche il nostro Paese sta attraversando, e forti dell’analisi promossa sopra ci siamo posti alcune domande di policy: il mercato del gioco d’azzardo ha un effetto positivo sulla crescita? favorisce la ripresa economica e l’occupazione? Ma di contro maggiori costi sociali rappresentano una maggiori possibilità per l’agire criminale? Se come detto sopra il gioco d’azzardo risulta essere un’importante leva economica per lo Stato, è altrettanto vero che l’infiltrazione di suddette organizzazioni finisce con il danneggiare l’economia legale: è stato stimato che i danni corrispondono quasi all’1,7% del PIL nazionale. Alla luce di questa analisi è d’obbligo evidenziare due costi sociali conseguenza della diffusione dell’offerta ludica nel nostro Paese: l’insorgere dei fenomeni di dipendenza dal gioco; l’infiltrazione nel settore delle organizzazioni criminali.
(a cura del dr Giovanni Manuguerra)