In data 9 Maggio, la Commissione Finanze della Camera, nell’ambito della discussione sulla Delega al Governo per la riforma fiscale (AC 1038), che all’art. 13 del testo contiene anche la delega al Governo per il riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici, ha audito i referenti di alcuni operatori del settore del gioco (qui il video), in particolare: Associazione di concessionari dei giochi pubblici (Acadi), Associazione italiana esercenti giochi pubblici (Egp), Assotrattenimento2007 (Astro); Federamusement-Confesercenti, Associazione nazionale gestori gioco di Stato (Sapar), Sistema gioco Italia.

Di seguito una sintesi dei loro interventi.

Presidente di Sistema Gioco Italia, Gennaro Parlati:

La regolamentazione del settore da parte dello Stato ha determinato lo spostamento della domanda di gioco dall’illegale al legale, garantendo i consumatori e con ricadute occupazionali.

La Federazione condivide l’impostazione dell’art. 13 della bozza. Va apprezzata la scelta di porre la tutela del consumatore come obiettivo cardine già al primo comma e come guida per le future scelte. L’avvio della riforma è un’opportunità unica per definire norme chiare, uniformi e trasparenti. Tra i punti della bozza, c’è anche il principio di adeguata concertazione tra Stato, Regioni ed Enti Locali: il principio di concertazione è utile e necessario, con regole però che siano omogenee e che consentano su tutto il territorio nazionale una uniforme dislocazione della rete di offerta di gioco, con una distribuzione strutturata nel territorio e consentendo una pianificazione degli investimenti. Oggi ci sono molteplici leggi regionali (alcune con effetti espulsivi superiori al 90%). Per ogni punto gioco legale in meno si lascia spazio al gioco illegale. La delega è l’occasione per contrastare il gioco illegale: si può valutare di affievolire i regimi di limitazione in presenza di punti vendita qualificati rispondenti a canoni di sicurezza (quali, ad esempio, l’interdizione del gioco per i minori, l’attenzione verso i giocatori problematici). Va contrastato l’illegale online, anche con la disciplina regolamentare dei VPR. Serve attenzione al comma 2, lett. h sul prelievo erariale. Il sistema di tassazione italiano del gioco è molto più elevato di altri paesi. È fondamentale la stabilità fiscale mantenendo inalterati gli attuali livelli di prelievo fiscale. Vanno, infine, valorizzate le reti dei concessionari bingo e degli ippodromi.

Presidente di ACADI, Geronimo Cardia:

C’è grande aspettativa per il riordino del comparto del gioco pubblico. Visti i precedenti, andrà monitorata la volontà politica di portare a termine il percorso. I principi generali della delega sono molto condivisi, salvo alcune considerazioni. Sul punto della equilibrata distribuzione delle attività di gioco pubblico presso gli esercizi sia specialistici sia generalisti, va detto che nell’art 13, comma 2, lett. c della bozza si trovano termini come “razionalizzazione, specializzazione e concentrazione dell’offerta”. Va ricordato che gli interessi pubblici nella regolamentazione delle attività sono quelli della salute, della legalità, del gettito erariale e della salvaguardia di alti livelli occupazionali. Queste leve, va specificato, sono assicurate dalla rete generalista, perché se il primo punto è la tutela della salute e del portafoglio degli utenti, allora va ricordato che la rete generalista fatta di bar e tabacchi è una rete a cui lo Stato ha già demandato e consentito l’esercizio e la distribuzione di prodotti molto delicati come i tabacchi e i superalcolici. Vedendo i dati del libro Blu ADM siamo colpiti dal fatto che il presidio di legalità è assicurato dalla rete generalista in 6.000 Comuni e dai punti specializzati, invece, in 1.000 Comuni. Dunque, non fare una distribuzione equilibrata significherebbe perdere un presidio di legalità su moltissimi comuni. Del resto, il gettito erariale (10 mld), secondo ADM, viene in gran parte dalla rete generalista. Può essere, certo, fatto molto di più in tema di informazione. Sul tema dell’occupazione, colpisce anche qui che i livelli occupazionali sono garantiti dalle filiere sul territorio e che vanno a popolare la rete generalista. Nell’attuazione delle delega, infine, è importante ascoltare le associazioni di categoria.

Presidente di EGP, Emanuele Cangianelli:

Il riordino del settore del gioco è oggi urgente anche alla luce del distanziometro che ha portato all’impossibilità di effettuare le procedure selettive per la concessione degli apparecchi di intrattenimento, per le scommesse e per il bingo; il contesto è quello della riduzione della rete negli ultimi anni. Ad oggi, superato il Covid, tra i pubblici esercizi ci sono circa 35.000 bar che offrono giochi, oltre a 10.000 punti specializzati. Negli ultimi anni c’è stato uno spostamento dei prodotti verso alcuni a minor contributo erariale, oltre che, in particolare, un ritorno sensibile dell’offerta illegale. Nella rete fisica c’è stato un avvicinamento ai servizi del gioco online, non puntualmente regolamentato. Non ci sono filtri all’accesso delle sale (la tessera sanitaria opera in luoghi dove è già interdetto l’accesso dei minori), così come non sono efficaci i sistemi di formazione. Vanno bene i meccanismi di autoesclusione nei punti vendita, a partire dalle sale specializzate, e l’impostazione di una offerta da remoto degli apparecchi AWP (ma i sistemi digitali devono essere utilizzati per rendere più facili il controllo dell’offerta e il processo autorizzatorio e di verifica sui prodotti). Alcune proposte migliorative della bozza: alla qualificazione soggettiva degli operatori di gioco si potrebbe aggiungere il Registro unico degli operatori; un’organizzazione a livello nazionale della formazione degli operatori; in vista dei futuri bandi, bisogna pensare ad una maggiore digitalizzazione dei punti vendita; va formulata meglio la materia dei tetti di concentrazione, anche considerando la regolamentazione dei prodotti online e dei sistemi di pagamento. Servono, in ogni caso, tavoli tecnici con ADM.

Sergio Milesi (delegato di Astro):

Sulla filiera del puro intrattenimento, per gli apparecchi senza vincita in denaro, dopo l’entrata in vigore delle regole attuative della nuova normativa del 2012, è stata richiesta una rigorosa procedura di omologazione. La motivazione è il contrasto del gioco d’azzardo. Infatti, la procedura di omologazione è simile a quella delle slot. La procedura di omologazione italiana del puro intrattenimento è unica al mondo. Oggi bisogna considerare gli apparecchi senza vincita in denaro di puro intrattenimento come non pericolosi. Il gioco d’azzardo illecito si svolge, ormai, con altre tecnologie. Dunque, serve un aggiornamento normativo.

Presidente di Confesercenti:

Gioco senza vincita in denaro. È comparto altro rispetto al gioco con vincite in denaro, bisogna sottolineare la differenza. Le omologazioni limitano le capacità e bloccano l’installazione di una serie di macchine. La libertà economica nel settore dei giochi senza vincita in denaro è fondamentale. Il settore dell’amusement chiede anche una revisione dell’imposta sugli intrattenimenti che ha realizzato finora un rapporto costi-benefici sproporzionato.

Dott. Jaccarino, ASTRO:

Punti cardine della delega sono condivisibili, in particolare la scelta sul mantenimento e rafforzamento del modello concessorio, a garanzia della regolarità del sistema di gioco pubblico. Bene anche, sul piano fiscale, mettere al centro come base imponibile il margine anche per quei segmenti che oggi non ne usufruiscono. Serve una regolamentazione omogenea su tutto il territorio nazionale. Il settore non ha avuto stabilità, né spaziale né temporale. Bisogna concentrare l’attenzione sulla sostenibilità fiscale alla luce dei principali parametri dell’attività economica verso i diversi segmenti del gioco pubblico. Inoltre, serve chiarezza sul canale distributivo retail, ossia il canale fisico di distribuzione e di offerta di gioco (costituito da sale dedicate e da esercizi generalisti). Un canale distributivo che è già stato razionalizzato: nel 2018 erano circa 100.000 gli esercizi che offrivano gioco, a fine 2021 erano intorno ai 60.000. A ciò è corrisposta anche una riduzione della raccolta (nel 2021 la raccolta attraverso il canale online ha superato per la prima volta quella su canale fisico, quest’ultimo pari al 45% della raccolta totale). Oggi queste percentuali sono stabili. Dal punto di vista erariale, le percentuali sono ribaltate: ciò che all’erario proviene dal fisico è pari a circa l’80% dei proventi complessivi del settore, ciò che arriva all’erario dall’online è circa il 15/18%. Serve più attenzione al canale fisico, anche per il ruolo di presidio sul territorio, che può rafforzarsi anche con le tecnologie per contrastare l’illegalità e le patologie. Il canale fisico distributivo è uno dei più controllati e regolamentati anche rispetto ad altri prodotti sensibili. Due priorità nei decreti attuativi: registro unico degli operatori di gioco; il registro di esclusione e autoesclusione dei giocatori a rischio.

SAPAR:

C’è una preoccupazione per la limitazione sugli esercizi generalisti. La riduzione del 2017 del 35% degli apparecchi distribuiti nel mercato ha fatto già rilevare un calo di occupazione di 12.000 unità. Va segnalato che l’impianto attuale e eventuali nuove concentrazioni dell’offerta sarebbero deleteri per le imprese. Va sottolineato che altre criticità della bozza riguardano l’eventualità di dover sostituire una serie di apparecchi (non si tratterebbe, cioè, di semplici miglioramenti). Il sistema di tassazione migliore sarebbe quello sui margini e non più sui volumi.