Premessa. Il TAR del Lazio – Sezione di Latina, con le sentenze 616/2015 e 628/2015, aveva annullato la deliberazione n. 69 del 29 settembre 2014 con cui il Consiglio Comunale di Formia aveva adottato un atto di indirizzo per la disciplina degli orari di esercizio degli apparecchi da gioco (si prevedeva che venissero attivati per un orario massimo dalle ore 10.00 alle 24.00) e l’ordinanza n. 72 dell’8 ottobre 2014, con la quale l’orario massimo di attivazione degli apparecchi e congegni automatici è stato fissato nella fascia oraria dalle ore 10.00 alle 20.00.
Il Comune di Formia ha quindi proposto appello al Consiglio di Stato chiedendo la riforma delle sentenze del TAR di Latina.
Il Consiglio di Stato si è pronunciato con le sentenze 11085/2022 e 11086/2022, accogliendo il ricorso dell’Ente locale.
Le competenze. Innanzitutto, i giudici ribadiscono, in tema di competenze ad intervenire sul gioco, che “la normativa in materia di gioco d’azzardo – con riguardo alle conseguenze sociali dell’offerta dei giochi su fasce di consumatori psicologicamente più deboli, nonché all’impatto sul territorio dell’afflusso ai giochi degli utenti – non rientra nella competenza statale esclusiva in materia di ordine pubblico e sicurezza di cui all’art. 117 comma 2 lett. h), Cost., bensì nella tutela del benessere psico-fisico dei soggetti maggiormente vulnerabili e della quiete pubblica, tutela che rientra nelle attribuzioni del Comune ex artt. 3 e 5, d.lg. 18 agosto 2000, n. 267”.
Il test di proporzionalità. Il Consiglio di Stato ricorda, poi, come la disciplina degli orari del gioco si situi in un crocevia di valori nel quale confluiscono una pluralità di interessi che devono essere adeguatamente misurati e contemperati: da una parte le esigenze dei privati gestori delle sale, dall’altro gli interessi pubblici e generali, estesi anche alla salute pubblica.
Il Collegio, dunque, richiama il test di proporzionalità, ricordando che “il potere esercitato dal Sindaco per definire gli orari di apertura delle sale da gioco” comprende la valutazione delle “posizioni di ciascuno dei soggetti coinvolti senza impiegare mezzi eccessivi rispetto agli obiettivi perseguiti”.
A partire da ciò i giudici ribadiscono che “la previsione di una limitazione oraria mira inequivocabilmente a contrastare il fenomeno della ludopatia, inteso come disturbo psichico che induce l’individuo a concentrare ogni suo interesse sul gioco, in maniera ossessiva e compulsiva, con ovvie ricadute sul piano familiare e professionale, nonché con l’innegabile dispersione del patrimonio personale”.
L’istruttoria. Nel complesso, secondo il Consiglio di Stato, le misure adottate dal Comune di Formia sono fondate su un’adeguata istruttoria (i dati del SERT locale e quelli della Unità operativa complessa salute mentale in relazione alle attività clinico assistenziali svolte a beneficio dei soggetti affetti da ludopatia, che evidenziano una crescita esponenziale del fenomeno) e su una equilibrata ponderazione dei plurimi interessi in gioco, che non mortifica, secondo i giudici, l’iniziativa economica dei soggetti coinvolti: “mediante la riduzione degli orari, viene limitata l’offerta di gioco senza, tuttavia, sacrificare eccessivamente l’interesse dei privati gestori delle sale da gioco i quali possono usufruire di un’ampia fascia oraria per l’apertura al pubblico dell’esercizio (dalle ore 10.00 alle ore 20.00)”.
È per questo che il Consiglio di Stato accoglie l’appello del Comune e riforma le sentenze appellate.