Il caso e le sentenze. Il Consiglio di Stato, con le sentenze 7791/2022, 8014/2022, 8240/2022, 8239/2022,8237/2022, 8236/2022, ha riformato, respingendole, le sentenze 490/2021, 519/2021, 962/2021, 963/2021, 838/2021, 837/2021 del TAR di Brescia (qui la scheda): nello specifico, i Collegi lombardi di primo grado avevano annullato le ordinanze di limitazione degli orari del gioco emanate, rispettivamente, nei Comuni di Arcene, Spirano, Caravaggio, Pognano, Treviglio, Fara Gera D’Adda (tutti rientranti nell’Ambito Territoriale di Treviglio).
Il Consiglio di Stato, con queste recenti pronunce, ribalta l’orientamento del TAR Brescia accogliendo gli appelli dei Comuni.
La limitazione degli orari: profili generali. I giudici di Palazzo Spada, in primo luogo, ricordano che sul tema delle limitazioni orarie del gioco ci sono state diverse pronunce e che, in generale, si tratta di un “terreno particolarmente sensibile e delicato nel quale confluiscono e devono essere adeguatamente misurati una pluralità di interessi”, sia quelli economici dei privati, sia quelli pubblici e generali, dalla sicurezza alla salute pubblica.
A partire da ciò si affronta il tema dei poteri sussistenti in questo campo: per il Consiglio di Stato, anche alla luce degli orientamenti della Corte costituzionale, è del tutto pacifico il potere del Sindaco di cui all’art. 50, comma 7, del TUEL di adottare di provvedimenti funzionali a regolamentare gli orari delle sale giochi e degli esercizi pubblici in cui sono installate apparecchiature da gioco.
I giudici hanno anche modo di affrontare il tema dell’asserita abrogazione implicita dell’art. 50, comma 7 del TUEL. Si tratta di un’interpretazione che il Consiglio di Stato smentisce: l’art. 3, comma 1, lett. d bis) del d.l. 223/2006 e l’art. 3 del d.l. 138/2011 hanno una struttura logica in alcun modo incompatibile con l’art. 50 comma 7 del TUEL che resta lo strumento ordinario della regolazione degli orari nel rispetto dell’equilibrio tra finalità di interesse pubblico (prevenzione della ludopatia) e interessi dei privati (iniziativa economica, libero accesso al gioco).
L’istruttoria. Anche sul piano dell’istruttoria non sono condivisibili le censure dei giudici di primo grado. In primo luogo, sostiene il Collegio di secondo grado, le ordinanze dei Comuni sono corrette perché riportano dettagliatamente tutto l’iter seguito per addivenire alla decisione.
Sul piano dei contenuti, inoltre, non può riconoscersi un vizio di istruttoria “soltanto perché il numero dei giocatori ludopatici non sia in assoluto elevato, giacché ciò che massimamente va considerato è la tendenza registrata nel periodo considerato, la quale, da sola, induce allarme negli enti pubblici preposti alla tutela della salute e giustifica pertanto l’adozione di misure restrittive”.
Il principio di proporzionalità. Se, dunque, non vi sono dubbi sulla correttezza del potere esercitato e della fase istruttoria, i giudici di Palazzo Spada confermano anche che le misure sono proporzionate, seguendo il consueto modello operativo del “test di proporzionalità”, ormai consolidato a livello giurisprudenziale. Il principio di proporzionalità è rispettato, in particolare, “se la scelta concreta dell’amministrazione è in potenza capace di conseguire l’obiettivo (idoneità del mezzo) e rappresenta il minor sacrificio possibile per gli interessi privati attinti (stretta necessità), tale, comunque, da poter essere sostenuto dal destinatario (adeguatezza)”.
Le diverse tipologie di giochi. L’art. 5 del Regolamento comunale prevede, tra i criteri cui il Sindaco doveva attenersi nell’emanazione dell’ordinanza, “l’individuazione di orari che non penalizzino determinate tipologie di gioco (e, conseguentemente, di attività commerciali) a favore di altre”.
Secondo il Consiglio di Stato anche questa disposizione non sarebbe stata violata: i provvedimenti di limitazione all’attività di organizzazione e gestione dei giochi pubblici sono volti alla tutela di interessi generali (salute, dignità, sicurezza, utilità sociale) e, acclarata la proporzionalità del provvedimento, esso può ben consistere in una misura specifica avente l’obiettivo di contrastare efficacemente le ludopatie.