Premessa. La Regione Veneto, con la Legge Regionale 38/2019 e con la deliberazione della Giunta Regionale 2006/2019, ha disciplinato i limiti orari regionali prevedendo che gli orari di interruzione del gioco siano fissati nelle fasce 7:00-9:00, 13:00-15:00, 18:00-20:00; ha precisato, inoltre, che i Comuni possono aggiungere a queste fasce di interruzione anche ulteriori fasce orarie di chiusura, anche in relazione alla situazione locale.
Il Comune di Thiene (Vi) con l’Ordinanza sindacale n. 1/2020 ha disposto, sostanzialmente confermando la precedente disciplina, che l’orario di esercizio delle sale giochi e l’orario di funzionamento degli apparecchi da gioco negli esercizi generalisti è fissato nelle fasce orarie 10:00-13:00, 15:00-18:00, 20:00-22:00.
Avverso la disciplina oraria del Comune di Thiene, ampliativa dei limiti regionali, ha presentato ricorso un operatore del gioco. Il TAR Venezia si è pronunciato, confermando l’ordinanza sindacale, con la sentenza 1510/2023 che qui si analizza.
Gli atti meramente confermativi. In primo luogo, il TAR respinge l’eccezione in rito comunale fondata sull’asserita natura di atto meramente confermativo dell’ordinanza sindacale del 2020. Dicono i giudici che sono atti meramente confermativi solo quelli in cui “l’Amministrazione si limita a dichiarare l’esistenza di un suo precedente provvedimento senza compiere alcuna nuova istruttoria e senza una nuova motivazione”: non è il caso di specie, considerato che il Comune di Thiene, dopo una prima disciplina introdotta nel 2015, nell’ordinanza del 2020 ha esplicitamente richiamato, a fondamento del suo provvedimento, uno studio del 2019 dell’ULSS 7 Pedemontana. Secondo il TAR, quello del Comune di Thiene è, quindi, soltanto un atto confermativo.
L’intesa. In ogni caso, i giudici respingono nel merito il ricorso avverso l’ordinanza sindacale e confermano la disciplina oraria introdotta nel Comune di Thiene. In primo luogo, il TAR conferma l’orientamento, ampiamente accolto in giurisprudenza, secondo cui l’Intesa in Conferenza Unificata del 2017 (che prevede un massimo di limiti orari pari a 6 ore quotidiane di sospensione del gioco) non ha alcun “valore obbligatorio, difettando l’adozione da parte del MEF del decreto di recepimento, per cui la mancata osservanza del suo contenuto non può costituire parametro di conformità da cui far discendere, per il caso di violazione della medesima (Intesa), l’illegittimità del provvedimento impugnato”.
Oltre a ciò, il TAR ha precisato che:
- L’art. 8 della Legge regionale 38/2019, nel citare l’Intesa, non ha affatto inteso farne proprio il contenuto”ma ha più semplicemente esplicitato le finalità dell’intervento (identiche a quelle sottese all’Intesa, da cui il richiamo), ossia garantire uniformità di disciplina nel Territorio della Regione onde precludere che i soggetti affetti da ludopatia, per soddisfare la loro inclinazione al gioco, possano essere indotti a giocare in un Comune limitrofo privo di una disciplina analoga”.
- In ogni caso, una Legge regionale non potrebbe avocare a sé un potere (quello di disciplinare gli orari degli esercizi commerciali) che l’Ordinamento riconosce pacificamente ai Sindaci (art. 50, comma 7, TUEL, confermato anche da Corte Cost. 220/2014) in assenza di specifiche ragioni che giustifichino uno spostamento verso l’alto delle competenze normativamente stabilite.
L’istruttoria. L’accertata natura di atto confermativo dell’ordinanza sindacale del 2020 rispetto a quella del 2015 consente, ai giudici, di affermare che, in simili casi, l’eventuale difetto di istruttoria si può riscontrare solo qualora emergano delle ragioni valide per discostarsi dal precedente quadro fattuale.
Non è il caso di specie, in cui la Relazione sul gioco d’azzardo redatta nel novembre del 2019 dalla ULSS 7 Pedemontana permette al Comune di confermare lo scenario del 2015, tanto più che la giurisprudenza del TAR Veneto è concorde nel considerare la “ludopatia” un fatto notorio.
Non osta a queste considerazioni, secondo il Collegio, la circostanza che la citata Relazioni inerisca a 55 Comuni, anziché al solo Comune di Thiene: secondo il TAR, anzi, “la considerazione nella fase istruttoria di un ambito territoriale più ampio di quello del Comune sul quale l’Ordinanza va ad incidere è legata proprio alla consapevolezza che il fenomeno della ludopatia trascende i confini del territorio comunale”.
Il potere sanzionatorio. Il TAR conferma, infine, che il potere sancito dall’art. 50, comma 7, TUEL in tema di limiti orari comprende in sé anche quello di applicare sanzioni, cosicché il Collegio respinge anche queste doglianze dell’operatore del gioco, rilevando inoltre come tra le sanzioni previste a livello regionale e quelle previste a livello comunale emerg chiaramente un favor indicato dal Comune di Thiene.