Premessa. Il Comune di Cavernago (Bergamo), con Regolamento e Ordinanza approvati tra il 2018 e il 2019, ha introdotto limiti orari agli apparecchi da gioco nella fascia oraria tra le ore 23:00 e le ore 9:00.
Con la sentenza 684/2020, il TAR Brescia ha accolto parzialmente il ricorso di un operatore del gioco avverso tali limiti. Il Comune ha presentato appello al Consiglio di Stato che si è pronunciato nel senso della conferma della pronuncia di primo grado (sentenza CDS 9639/2023).
L’istruttoria e il bilanciamento degli interessi in gioco. Sostiene il Consiglio di Stato che quando un Comune interviene sui limiti orari debba farlo “previo esperimento di un’istruttoria specificamente riferita al territorio comunale”, e ciò, specificano i giudici, “anche al fine di garantire la tenuta in concreto dei superiori principi di proporzionalità e ragionevolezza dell’azione amministrativa di rango costituzionale ed eurounitario”.
Nel compiere questa attività, non basta, secondo il Collegio, “un’apodittica e indimostrata enunciazione” dei motivi di interesse generale, ma devono porsi a fondamento quelle “ragioni specifiche, da esplicitare e documentare in modo puntuale”, che forniscano in particolare la dimostrazione, in uno specifico Comune, della necessità di una maggior tutela rispetto al territorio nazionale, da raggiungersi ad esempio con una “determinata limitazione oraria di accesso al gioco, e che, una volta attuata, questa misura non comporti effetti indiretti quale, ad esempio, lo spostamento della domanda verso forme di gioco illegale”.
Nel motivare la conferma della sentenza di primo grado, il Consiglio di Stato pone, inoltre, l’accento su altri tre elementi:
- L’importanza di non discostarsi (come, invece, secondo il CDS, avrebbe fatto il Comune) da eventuali indicazioni degli Ambiti territoriali, ad esempio i Regolamenti di Ambito che per i Comuni rappresenterebbero una sorta di “schema-tipo”;
- La conferma, in particolare, di un passaggio della sentenza di primo grado laddove si argomenta che “non è utile imporre una lunga pausa serale e notturna, se poi durante il giorno un soggetto a rischio può proseguire la propria sessione di gioco per molte ore”;
- La necessità di tenere in adeguata considerazione l’interesse dei soggetti privati incisi dai provvedimenti introduttivi di limiti orari.
Su quest’ultimo punto può essere utile confrontare questo orientamento con altre pronunce, sempre del Consiglio di Stato, in cui l’interesse dei gestori non è stato ritenuto mortificato dall’introduzione di limiti orari (ad es., tra le sentenze più recenti, si veda CDS 7078/2023).